Chi può dedurre le spese della badante, chi ha ricevuto il beneficio (la persona assistita) o chi materialmente ha pagato? La domanda non è insolita e potrebbe riguardare molte famiglie. Soprattutto quando il costo della collaboratrice domestica che deve accudire un genitore viene versato da un figlio o da un altro familiare. (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Chi può dedurre le spese per la badante? I casi
E dunque, chi ha il diritto di usufruire della deduzione delle spese per la badante? In molti casi, le famiglie sono composte da più membri e non è sempre chiara la ripartizione dei costi e dei benefici fiscali. Vediamo quindi più nel dettaglio i casi in cui è possibile dedurre le spese.
Puoi essere interessato a un post che spiega come scaricare i costi della badante.
Chi ha sostenuto la spesa
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito: può dedurre le spese per la badante la persona che ha effettivamente sostenuto la spesa. Quindi, se sei un figlio che paga una badante per assistere un genitore, sei tu che avrai diritto alla deduzione fiscale, non il tuo genitore. Il motivo è semplice: tu sei il soggetto economicamente attivo che ha effettuato il pagamento.
Contratto di lavoro e deduzione
La deduzione spetta al soggetto che ha sostenuto la spesa, anche se non è titolare del contratto di lavoro con la badante. Per esempio, se sei un figlio che paga la badante ma il contratto è intestato a tuo padre o tua madre, puoi comunque dedurre la spesa se sei tu a pagarla effettivamente. È però consigliato specificare nel contratto di lavoro che la badante è dedicata esclusivamente all’assistenza dell’anziano, fornendo tutti i dati anagrafici pertinenti.
Documenti da conservare
Qual è la documentazione da conservare per dedurre le spese? La risposta è molto chiara. Conserva sempre le ricevute di pagamento, meglio se dettagliate e firmate dalla persona che l’ha ricevuto. Se il beneficiario dell’assistenza è un familiare, assicurati che la ricevuta indichi anche i suoi dati anagrafici e il codice fiscale.
Deduzione sui contributi previdenziali
Un altro punto da considerare riguarda la deduzione sui contributi previdenziali versati alle badanti: possono essere dedotti dal datore di lavoro, secondo l’articolo 10, comma 2, del Dpr917/1986, Tuir.
Entra nella community, informati e fai le tue domande su YouTube e Instagram.
Deducibilità contributi badanti: cosa devi sapere
Quando si parla di contributi per le badanti, è fondamentale conoscere la differenza tra deducibilità e detraibilità. Ecco la distinzione in parole semplici:
- Le spese deducibili si tolgono dal reddito lordo, cioè dal totale dei tuoi guadagni, prima di calcolare le tasse.
- Le spese detraibili si sottraggono direttamente dall’importo dell’imposta che devi versare al fisco. In genere, questa detrazione non è del 100%, ma una percentuale, come il 19%.
Se hai sia spese deducibili che detraibili, prima sottrai le spese deducibili dal reddito lordo. Poi, calcola le tasse e infine sottrai la percentuale delle spese detraibili.
Limiti alla deducibilità dei contributi
Nel caso dei contributi per le badanti, è possibile dedurre dal reddito lordo le somme effettivamente versate nell’anno precedente, ma fino a un massimo di €1.549,37 all’anno. Questo limite si applica solo alla parte dei contributi a carico del datore di lavoro, cioè te se sei tu a pagare la badante.
Il principio di cassa
Un’altra cosa da sapere è che si applica il principio di cassa. Significa che a contare è quando hai effettivamente pagato i contributi, non quando sono dovuti. Ad esempio, se hai pagato un contributo il 10 gennaio 2022 per il IV trimestre 2021, e poi hai effettuato altri pagamenti nel 2022, tutti questi importi contano per la deducibilità nel tuo 730 del 2023.
Conservare le ricevute di pagamento
Una delle cose più importanti da fare per assicurarti la deduzione spese badante è conservare tutte le ricevute di pagamento.
Requisiti delle ricevute
Le ricevute devono essere complete di tutte le informazioni sul rapporto di lavoro domestico. Devono includere:
- Nome e cognome del datore di lavoro (cioè te)
- Nome e cognome del lavoratore (la badante)
- Numero di ore lavorate nel trimestre
- Retribuzione oraria effettiva
- Importo complessivo pagato
Inoltre, le ricevute devono essere intestate all’INPS e pagate con c/c postale o MAV.
Dove indicare i contributi nel 730
Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, i contributi versati vanno indicati nel Rigo E23 del modello 730.
Riepilogo della documentazione da controllare e conservare
Vediamo in questa tabella qual è la documentazione che è indispensabile controllare e conservare.
Tipologia | Documenti Richiesti |
---|---|
Contributi previdenziali ed assistenziali versati per collaboratori domestici/familiari | – Ricevute di pagamento complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico (ore trimestrali, retribuzione oraria effettiva, ecc.), effettuati dal contribuente intestati all’INPS, ed eseguiti con c/c postale e/o MAV (pagamento mediante avviso) nel 2016 <br> – Per le cooperative di servizi e le agenzie interinali la fattura deve contenere: il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento, i dati identificativi della cooperativa o dell’agenzia e la specificazione della natura del servizio reso e l’indicazione della quota di contributi a carico del datore di lavoro. |
Voucher per lavoro domestico (si presume l’indicazione valga anche per il Libretto famiglia) | – Ricevute di versamento relative all’acquisto dei buoni lavoro;<br> – Documentazione attestante la comunicazione all’INPS dell’avvenuto utilizzo dei buoni lavoro;<br> – Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà resa ai sensi dell’art. 47 del DPR 445/2000 con la quale si attesta che la documentazione è relativa esclusivamente a prestazioni di lavoro rese da addetti ai servizi domestici. |
Aumento limite di deducibilità: cosa può cambiare
Il governo ha spesso parlato di aumentare il limite di deducibilità per i contributi previdenziali versati alle badanti. Attualmente il limite è di €1.549,37, ma c’è l’intenzione di portarlo a €3.000. Questo raddoppio rappresenterebbe un notevole sollievo per le famiglie che affrontano costi crescenti per i servizi domestici.
Al momento, però, la vecchia soglia resta in vigore. Tuttavia, il governo ha ribadito l’intenzione di implementare questa misura. Quindi, tenete d’occhio le novità legislative: potrebbero portare un bel risparmio nel deduzione spese badante 2023.
Crescono i costi, famiglie in difficoltà
Nei primi sei mesi del 2023, la spesa media delle famiglie italiane per i servizi domestici è salita di ben 58 euro al mese, pari a un incremento del 7,8%. Questo aumento è diventato insostenibile per quasi il 37% delle famiglie, soprattutto per quelle a basso reddito. L’impatto è stato ancora più duro per le famiglie con un reddito più basso, con una percentuale che è balzata dal 67,1% a 79,7% in soli sei mesi. Quindi, la questione di chi può detrarre le spese badante è diventata ancora più urgente.
Le Associazioni: deduzione totale delle spese
Le associazioni che rappresentano le famiglie chiedono un cambiamento radicale. Vogliono che tutte le spese sostenute per badanti, colf e babysitter siano deducibili. Questa misura potrebbe non solo alleviare il peso economico sulle famiglie, ma anche contrastare il lavoro nero in questo settore.
Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, ha sollevato un punto fondamentale: una spesa così necessaria come quella per la non autosufficienza dovrebbe essere alla portata di tutti. Per questo, le associazioni non solo chiedono l’aumento delle deduzioni, ma anche un assegno unico più sostanzioso e l’introduzione di una Prestazione universale per la non autosufficienza.
FAQ (domande e risposte)
A chi spetta la deduzione delle spese per la badante?
La deduzione delle spese per la badante, come affermato dalla circolare 14/E/2023 dell’Agenzia delle Entrate, spetta al soggetto che ha materialmente sostenuto la spesa. Questo significa che se sei tu a pagare la badante per assistere, ad esempio, un tuo genitore, avrai diritto a dedurre tali costi. E’ importante che nel contratto di lavoro della badante siano specificati i dettagli dell’assistito, come nome e codice fiscale, per avere diritto a questa deduzione.
Qual è la differenza tra deduzione e detrazione?
In termini fiscali, la deduzione e la detrazione sono due concetti distinti. La deduzione è un importo che viene sottratto direttamente dal tuo reddito lordo imponibile, riducendo quindi l’ammontare del reddito su cui pagare le tasse. La detrazione, invece, è un importo che si sottrae direttamente dall’imposta da pagare e non dal reddito. La detrazione è spesso una percentuale fissa, come nel caso delle spese per le badanti, che è generalmente del 19%.
Qual è la documentazione da conservare per dedurre le spese?
Per dedurre le spese sostenute per una badante è fondamentale conservare tutte le ricevute di pagamento che attestino tali costi. Queste ricevute devono contenere informazioni dettagliate sul rapporto di lavoro domestico: datore di lavoro, lavoratore, ore lavorate nel trimestre, retribuzione oraria, importo totale, e così via. Le ricevute devono essere intestate all’INPS e pagate attraverso un conto corrente postale o MAV.
Quanto si può dedurre sui contributi previdenziali versati alle badanti?
I contributi previdenziali versati alle badanti sono deducibili dal reddito fino a un importo massimo di €1.549,37 all’anno, ma solo per quanto riguarda la parte a carico del datore di lavoro. Questo significa che, se sei il datore di lavoro, puoi dedurre questo importo quando presenti la dichiarazione dei redditi.
Qual è la proposta delle associazioni per aiutare le famiglie?
Le associazioni, come Assindatcolf, propongono di modificare la fiscalità per introdurre la deduzione totale del costo sostenuto per colf, badanti e babysitter. L’obiettivo è duplice: da un lato, sostenere economicamente le famiglie e, dall’altro, combattere il lavoro nero. Le associazioni chiedono anche l’introduzione di un assegno unico più sostanzioso e di una Prestazione universale per la non autosufficienza, in modo da alleviare ulteriormente il peso economico sulle famiglie.
Spero che queste risposte articolate possano essere di aiuto per comprendere meglio come gestire le spese per la badante dal punto di vista fiscale.
Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sull’invalidità civile: