“Se ci sono misure che non condividiamo politicamente,
quelle misure non vanno più finanziate e le risorse recuperate
utilizzate per gli interventi che sono nel nostro programma“.
Lo ha affermato la Presidente Giorgia Meloni nel corso del primo
Consiglio dei Ministri post ferie estive con un chiarissimo
riferimento al futuro del superbonus definito un
“disastro” e una “tragedia contabile che pesa sulle
spalle di tutti gli italiani“.
Superbonus e frodi fiscali
Relativamente alla manovra economica del 2024 la Presidente
Meloni non ha utilizzato giri di parole e parlando delle poche
risorse a disposizione ha affermato “Di certo non possiamo
permetterci sprechi, stiamo pagando in maniera pesante il disastro
del Superbonus 110% e invito il ministro dell’Economia Giorgetti a
illustrarci i numeri di questa tragedia contabile che pesa sulle
spalle di tutti gli italiani. Vi anticipo alcuni numeri: nel
complesso dei bonus edilizi introdotti dal Governo Conte 2,
compreso il bonus facciate, i documenti dell’Agenzia dell’Entrate
ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità“.
Secondo l’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri
“Grazie a norme scritte malissimo si è consentita la più grande
truffa ai danni dello Stato. Noi dobbiamo occuparci di coloro che,
per queste norme, ora rischiano di trovarsi per strada“.
Affermazioni vere in parte ma che, proprio per la loro
parzialità, non definiscono al meglio una situazione su cui
scorrettamente viene additato il Governo Conte 2 come unico
responsabile.
Proviamo, quindi, a raccontare la storia evidenziandone gli
attori coinvolti.
Decreto Rilancio e frodi fiscali: la prima fase
Il 19 maggio 2020 viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il
famoso Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), messo a punto
dal Governo Conte 2 (in carica dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio
2021), all’interno del quale sono state inserite due distinte
misure:
- la detrazione fiscale del 110% (superbonus) nell’art. 119;
- il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e
cessione del credito) nell’art. 121.
Senza entrare nel dettaglio delle sviste (alcune topiche)
“tecniche” che riguardano il bonus 110%, il vero grande errore del
Decreto Rilancio è stato quello di aver esteso le opzioni
alternative (senza limiti fino al 27 gennaio 2022) a tutti i
principali bonus edilizi che, diversamente dal superbonus, non
avevano alcun meccanismo di controllo. Primo fra tutti il bonus
facciate, una detrazione fiscale del 90% messa a punto dallo stesso
Governo Conte 2 con la Legge 27 dicembre 2019 n. 160 (Legge di
bilancio 2020).
Il bonus facciate, infatti, non prevedendo limiti di spesa, né
visto di conformità, né asseverazione di congruità delle spese, né
requisiti minimi, è stato il principale artefice delle frodi
fiscali registrate post Decreto Rilancio. L’aliquota
particolarmente alta (il 90% fino al 31 dicembre 2021, poi
diminuita al 60% nel 2022) e il meccanismo delle cessioni infinite
sono state la principale causa delle irregolarità individuate dalla
Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate.
Affermare che il superbonus sia stato un disastro o una
“tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli
italiani” vuol dire solo non conoscere la reale situazione o
peggio indirizzare la comunicazione per giustificare la scelta di
non volere più prendere in considerazione questa detrazione.
La conferma è arrivata pochi mesi fa dalla stessa
Guardia di Finanza che nella sua indagine ha ufficialmente
assolto il superbonus rilevando che le frodi su questa detrazione
rappresentano il 5% di quelle complessive ovvero appena lo 0,5% del
totale degli interventi ammessi a questo bonus.
La realtà, quindi, è assolutamente diversa perché dopo anni di
detrazioni in edilizia senza controllo (qualcuno ricorderà, ad
esempio, i “vecchi” ecobonus e bonus casa calcolati su una spesa
che non faceva riferimento ad alcun prezzario), il superbonus ha
modificato il modo stesso di avviare un intervento che da quel
momento non poteva più prescindere da una attenta valutazione dei
costi, dei requisiti e degli adempimenti.
Decreto Rilancio e frodi fiscali: la seconda fase
Dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022 entra in scena il
Governo tecnico di Mario Draghi che interviene modificando il
Decreto Rilancio con 17 correttivi. Non volendo sparare numeri a
caso, eccoli tutti elencati di seguito:
- Decreto-Legge 22 marzo 2021, n. 41 (Decreto Sostegni)
convertito con modificazioni dalla Legge 21 maggio
2021, n. 69 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge); - Decreto-Legge 6 maggio 2021,
n. 59 convertito con modificazioni dalla Legge 1 luglio
2021, n. 101; - Decreto-Legge 31 maggio 2021,
n. 77 (Decreto Semplificazioni-bis) convertito con
modificazioni dalla Legge 29
luglio 2021, n. 108; - Decreto-Legge 11 novembre
2021, n. 157 (Decreto anti-frode) abrogato dalla Legge di
Bilancio 2022 (in vigore dal 12 novembre al 31 dicembre 2021);
Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022);- Decreto-Legge 27 gennaio
2022, n. 4 (Decreto Sostegni-ter) convertito con modificazioni
dalla Legge 28 marzo
2022, n. 25; - Decreto-Legge 25 febbraio
2022, n.13 (Decreto Frodi) abrogato dalla Legge di conversione
del Decreto Sostegni-ter; - Decreto-Legge 1 marzo 2022, n. 17 (Decreto Bollette) convertito
con modificazioni dalla Legge 27 aprile
2022, n. 34 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge); - Decreto-Legge 21 marzo 2022, n. 21 (Decreto energia) convertito
con modificazioni dalla Legge 20 maggio
2022, n. 51 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge); - Decreto-Legge 30 aprile 2022, n. 36 (Decreto PNRR 2),
convertito con modificazioni dalla
Legge 29 giugno 2022, n. 79 (modifiche arrivate dopo la
conversione in legge); - Decreto
Legge 17 maggio 2022, n. 50 (Decreto Aiuti), convertito con
modificazioni dalla Legge 15 luglio
2022, n. 91; - Decreto-Legge 21 giugno 2022 n. 73 (Decreto Semplificazioni
fiscali), convertito con modificazioni dalla Legge 4 agosto
2022, n. 122 (modifiche arrivate dopo la conversione in
legge); - Decreto-Legge 9 agosto 2022, n. 115 (Decreto Aiuti-bis),
convertito con modificazioni dalla Legge 21
settembre 2022, n. 142 (modifiche arrivate dopo la conversione
in legge).
In questa seconda fase del Decreto Rilancio è possibile
individuare 3 momenti chiave scanditi dai seguenti
provvedimenti:
- il Decreto-Legge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis) che,
grazie (o a causa) della CILAS e della deroga all’art. 49 del
d.P.R. n. 380/2001 (che vieta l’utilizzo dei bonus in presenza di
abusi edilizi), ha fatto esplodere la domanda di superbonus; - il Decreto-Legge n. 157/2021 (Decreto anti-frode) e la Legge n.
234/2021 (Legge di Bilancio 2022) che hanno (giustamente e
colpevolmente in ritardo) esteso i meccanismi di controllo (visto
di conformità e asseverazione di congruità delle spese) a tutti i
bonus edilizi; - il Decreto-Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter) che, a
partire dal 27 gennaio 2022, ha completamente stravolto il
meccanismo delle opzioni alternative, modificando lentamente ma
inesorabilmente le condizioni del mercato e di chi aveva già
avviato un intervento di superbonus pensando di poter utilizzare
senza problemi la cessione del credito.
A partire dal Decreto Sostegni-ter hanno cominciato a chiudere
tutti i principali player che nel biennio 2020-2021 avevano
contribuito alla buona riuscita di tutti gli interventi di
superbonus, acquistando i crediti dei contribuenti (cessione
diretta) e delle imprese/professionisti (cessioni indirette a
seguito di sconto in fattura).
Con il blocco degli acquisti dei crediti fiscali sono cominciati
i problemi di chi aveva avviato un intervento pensando di cedere il
credito (magari a SAL), senza avere capacità economica e capienza
fiscali. Quindi il blocco dei cantieri di cui si parla da mesi e
che sta mettendo in ginocchio l’intero comparto delle
costruzioni.
Decreto Rilancio e frodi fiscali: la terza fase
Dal 22 ottobre 2022 è in carica il Governo Meloni a trazione
Fratelli d’Italia che (è bene ricordarlo) durante la precedente
legislatura ha sempre affermato che non avrebbe modificato
ulteriormente il superbonus e che si sarebbe fatto garante dei
diritti di chi era rimasto “incagliato” nel blocco della cessione
dei crediti.
Proclami a parte, l’attuale Governo è intervenuto sul superbonus
con i seguenti provvedimenti:
- il Decreto Legge n. 176/2022 (Decreto Aiuti-quater) e la Legge
n. 197/2022 (Legge di Bilancio 2023) che insieme hanno apportato
una rimodulazione dell’incentivo portando l’aliquota al 90% e
previsto alcune eccezioni per continuare ad utilizzare l’aliquota
del 110% sulle spese sostenute nel 2023, oltre che prevedere un
contributo a fondo perduto per i soggetti a basso reddito per il
quale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto
Ministero dell’Economia e delle Finanze 31 luglio 2023; - il Decreto-legge 1 giugno 2023, n. 61 che ha prorogato il
superbonus nei territori colpiti dagli eventi alluvionali
verificatisi a partire dal 1° maggio 2023. - il Decreto-Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni) che ha (tra le
altre cose):- eliminato il meccanismo di cessione a partire dal 17 febbraio
2023, prevedendo anche in questo caso alcune eccezioni; - definito la documentazione necessaria per eliminare la
responsabilità solidale; - vietato alle pubbliche amministrazioni di essere cessionarie
dei crediti di imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di
cui al comma 1, lettere a) e b) dell’art. 121 del Decreto
Rilancio; - prorogato il superbonus 110% sulle unifamiliari;
- consentito ai cessionari del comparto bancario e assicurativo
che abbiano esaurito la capienza fiscale nello stesso anno, in
relazione agli interventi di superbonus effettuati sino all’anno di
spesa 2022, di utilizzare in tutto o in parte detti crediti al fine
di sottoscrivere emissioni di Buoni del Tesoro Poliennali, con
scadenza non inferiore a dieci anni, nel limite del 10% della quota
annuale eccedente i crediti di imposta; - consentito ai contribuenti, per le spese sostenute dal 1°
gennaio al 31 dicembre 2022 e relative agli interventi legati al
superbonus, di optare per il riparto della detrazione spettante in
10 quote annuali di pari importo, a partire dal periodo d’imposta
2023.
- eliminato il meccanismo di cessione a partire dal 17 febbraio
- il Decreto Legge n. 104/2023 (Decreto Asset), in attesa di
conversione in legge, che ha solo allungato ulteriormente i tempi
per le unifamiliari che hanno accesso al bonus 110%.
Tutte disposizioni che non hanno prodotto alcun risultato utile
per i cosiddetti “Esodati del Superbonus”.
Conclusioni
Benché sia diritto dell’attuale Governo indirizzare gli
investimenti su altre misure, è altrettanto evidente che non si può
pensare di liquidare il superbonus basandosi su una menzogna. Sono
in pochi a pensare che una misura come quella del superbonus possa
essere replicata nuovamente.
La Presidente Meloni afferma di volersi occupare di “coloro
che, per queste norme, ora rischiano di trovarsi per strada“,
dimenticando di essere al Governo da 11 mesi e che sino a questo
momento non è stato prodotto alcun risultato utile per tutti quei
contribuenti, imprese e professionisti che hanno avuto l’unica
colpa di vivere in Italia e fidarsi dello Stato italiano.
Continuando a puntare il dito contro piuttosto che a pensare di
trovare soluzioni utili, arriveremo inesorabilmente a novembre
2023, data oltre la quale saranno in molti perdere la prima rata
della detrazione relativa agli interventi del 2022.
Il dottore continua a studiare (o finge di farlo), il paziente
ormai è allo stremo (in alcuni casi ha già smesso di respirare) con
buona pace di tutti.
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