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In questo approfondimento vi parleremo di pensione da artigiano con 35 anni di contributi: come si calcola? (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pensione da artigiani: contributi e aliquote

Gli artigiani versano i loro contributi in un apposito fondo, che fa capo a una delle gestioni speciali dell’INPS per i lavoratori autonomi: la gestione speciale per artigiani e commercianti.

L’iscrizione è obbligatoria, l’ammontare della pensione dipende, soprattutto, dai contributi versati, ma anche dall’età anagrafica dell’artigiano e dal reddito lordo maturato ogni anno.

La differenza tra un artigiano e un lavoratore dipendente è principalmente l’aliquota di rendimento, che determina l’ammontare del montante contributivo, ovvero la base di calcolo della pensione.

Se per un lavoratore dipendente l’aliquota è del 33%, per un artigiano la percentuale scende:

  • al 24% per i titolari di qualunque età e per i coadiuvanti o coadiutori di età superiore ai 21 anni;
  • al 23,25% per i coadiuvanti o coadiutori di età non superiore ai 21 anni.

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Pensione da artigiani: minimali e massimali 2023

Anche per gli artigiani sono previsti minimali e massimali da rispettare: il contributo minimo da versare ogni anno è:

  • 4.208,40 euro (di cui 4.200,96 euro IVS + 7,44 euro di fondo maternità) per i titolari di qualunque età e per i coadiuvanti o coadiutori di età superiore a 21 anni;
  • 4.077,12 euro (4.069,68 euro IVS + 7,44 euro di fondo maternità) per i coadiuvanti o coadiutori di età inferiore a 21 anni il minimale.

Dunque, il minimale di reddito da assoggettare a contribuzione è fissato, per il 2023, a 17.504 euro.

Invece, il massimale di reddito, oltre il quale non è dovuta alcuna contribuzione previdenziale, è pari a:

  • 86.983 euro, per gli artigiani iscritti alla gestione prima del 1° gennaio 1996;
  • 113.520 euro, per gli artigiani con anzianità contributiva successiva al 1° gennaio 1996.

Quando può andare in pensione un artigiano?

Tranne che per l’aliquota di rendimento e per i minimali e massimali contributivi, non ci sono altre differenze tra un artigiano e un lavoratore dipendente, per quanto riguarda le possibilità previdenziali e il calcolo della pensione.

Un artigiano può andare in pensione a 67 anni, con 20 anni di contributi versati, oppure può accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne), a prescindere dall’età anagrafica.

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Ma sono possibili anche altre uscite anticipate, come l’Ape Sociale (ad esempio, con 63 anni di età e 32 anni di contributi per i lavoratori edili o 36 anni di contributi per le altre categorie gravose), oppure Quota 41 per lavoratori precoci (41 anni di contributi di cui uno prima dei 19 anni di età, se appartenenti a determinate categorie).

O ancora a Opzione Donna, alla pensione per lavori usuranti o alla pensione di inabilità, qualora dovesse essere riconosciuta la totale e permanente inabilità lavorativa (con almeno 5 anni di contributi versati, di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio prima della domanda).

Come si calcola la pensione di un artigiano?

La pensione di un artigiano si calcola allo stesso modo di qualunque altro tipo di pensione, in base al periodo in cui sono stati versati i contributi.

Se l’artigiano è in presenza di anzianità contributiva precedente al 1996 e successiva al 1996, la sua pensione verrà calcolata col sistema misto.

Con un’anzianità contributiva esclusivamente versata a partire dal 1° gennaio 1996, la pensione si calcola col sistema contributivo.

Pensione da artigiano con 35 anni di contributi: quanto si prende?

In questo caso, con 35 anni di contributi versati, sicuramente l’anzianità contributiva è maturata prima e dopo il 1996, dunque calcoleremo l’importo della pensione col sistema misto.

Questo sistema di calcolo prevede l’individuazione di due quote: la prima con le regole del retributivo (il 2% della media delle ultime retribuzioni percepite, moltiplicata per gli anni di contributi versati fino al 31 dicembre 1995), la seconda con le regole del contributivo.

Prendiamo come esempio un artigiano di 67 anni, con 35 anni di contributi versati, di cui 15 anni fino al 1995 e gli altri 20 anni dal 1996 ad oggi. Il suo reddito lordo annuo è di 28.000 euro.

Per la prima quota moltiplicheremo l’aliquota del 2% per gli anni di contributi versati sino al 1995 (15). Il 30% lo applicheremo sulla media delle ultime retribuzioni percepite. Con un calcolo sommario, la prima quota dovrebbe avere un importo di 8.500 euro circa.

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Per la seconda quota avremo bisogno di individuare il montante contributivo: un artigiano, come visto in precedenza, accantona il 24% della sua retribuzione. Il 24% di 28.000 euro è 6.720, moltiplicato per 20 anni di contributi versati a partire dal 1996, ci dà come risultato 134.400 euro, ovvero l’importo del montante contributivo.

Su questo valore incide il coefficiente di trasformazione, che a 67 anni è del 5,72%. Il 5,72% di 134.400 euro 7.688 euro, l’importo della seconda quota.

Ora sommiamo le due quote (8.500 e 7.688 euro) per avere l’importo lordo di un anno di pensione: 16.188 euro, circa 1.350 euro lordi l’anno, intorno ai 1.000 euro netti al mese di pensione.

Con un reddito più basso (25.000 euro) avremo una pensione di 14.400 euro lordi annui, circa 900 euro netti al mese; con un reddito di 30.000 euro annui maturerebbe una pensione di 17.240 euro lordi annui, circa 1.100 euro netti al mese.

Pensione da artigiano con 35 anni di contributi: in foto un’artigiana lavora una cintura di cuoio.

Faq sulla pensione

Quali sono i requisiti per accedere all’Opzione Donna con 35 anni di contributi?

Per accedere all’Opzione Donna con 35 anni di contributi, le donne devono aver compiuto 60 anni e appartenere a queste categorie: licenziate, dipendenti di aziende in crisi, caregiver, invalide civili al 74%.

Quali sono i requisiti per ottenere la pensione per lavori usuranti con 35 anni di contributi?

Per ottenere la pensione per lavori usuranti con 35 anni di contributi, i lavoratori dipendenti devono avere un’età minima di 61 anni e 7 mesi, mentre i lavoratori autonomi devono avere almeno 62 anni e 7 mesi. Si applicano anche quote diverse se si è svolto un numero specifico di turni di notte durante l’anno lavorativo.

Qual è l’età minima per la pensione di vecchiaia per chi lavora dal 1996?

L’età minima è di 67 anni, a condizione che si abbiano almeno 20 anni di contributi e che l’importo della pensione sia almeno 1,5 volte superiore all’assegno sociale, che nel 2023 è di 503,27 euro. Ma è anche vero che questa età costantemente adeguata alla speranza di vita. Un primo aumento è previsto dal gennaio 2025 (quelli in programma sono stati bloccati per l’emergenza Covid).

Esistono limitazioni nell’accesso alla pensione anticipata per i contributivi puri?

Sì, una delle limitazioni principali è che i contributivi puri non possono accedere alla pensione anticipata per lavoratori precoci perché non hanno un contributo settimanale accreditato prima del 31 dicembre 1995. Potranno farlo solo dopo il 2037.

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