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13‘ di lettura

Le pensioni sono un argomento complicato in Italia, non l’unico. Sono diverse le misure e prevedono requisiti, calcolo dell’importo e tempi di erogazione differenziati. Muoversi in questa giungla di provvedimenti, distinguo ed eccezioni non è semplice. Abbiamo provato a fare chiarezza con una piccola guida. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Chi ha iniziato a lavorare prima del 1996: cosa devi sapere

Le regole base per chi ha iniziato a lavorare entro il 1995

Se hai versato almeno un contributo prima del 31 dicembre 1995, le regole di base sono semplici:

  1. Pensione di vecchiaia: puoi andare in pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi.
  2. Pensione anticipata: a prescindere dall’età, devi avere almeno 41 anni e 10 mesi di contributi se sei una donna, o 42 anni e 10 mesi se sei un uomo.

Questi requisiti potrebbero cambiare nel tempo, a causa della crescita dell’attesa di vita.

Per verificare i tuoi contributi, accedi al tuo estratto conto contributivo INPS.

I contributi da versare per la pensione

I contributi per la pensione dipendono dal tuo tipo di lavoro:

  • Per i lavoratori dipendenti, il totale è pari a circa un terzo della retribuzione annua lorda.
  • Per i lavoratori autonomi, la percentuale varia in base alla cassa INPS di appartenenza.

Entra nella community, informati e fai le tue domande su Youtube e Instagram.

Pensioni per chi ha iniziato a lavorare dal 1996: dettagli e casi particolari

Le regole di base

Se hai iniziato a lavorare a partire dal 1 gennaio 1996, il sistema di pensione che ti riguarda è un po’ diverso rispetto a chi ha iniziato prima. Vediamo in dettaglio le regole principali.

Pensione anticipata contributiva

Per accedere alla pensione anticipata contributiva, devi avere almeno 64 anni di età e aver versato 20 anni di contributi. Ma c’è un altro dettaglio importante: l’importo netto della tua pensione deve essere superiore a circa 1.200 euro, ovvero 2,8 volte l’assegno sociale. Questo limite è stato imposto per garantire un certo livello di sostentamento durante la pensione.

Pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia si ottiene invece a 67 anni, con almeno 20 anni di contributi. Anche qui c’è un requisito sul minimo della pensione: deve essere superiore a circa 670 euro netti, che è 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensione di vecchiaia contributiva

Una terza opzione è la pensione di vecchiaia contributiva, che puoi richiedere a 71 anni con solo 5 anni di contributi. In questo caso, non c’è un limite minimo sull’importo della pensione.

Pensione anticipata per contributi

Infine, c’è una variante della pensione anticipata che si basa sull’anzianità contributiva, a prescindere dall’età e dall’importo dell’assegno. Nel 2023, le lavoratrici devono avere almeno 41 anni e 10 mesi di contributi, mentre i lavoratori devono aver raggiunto 42 anni e 10 mesi.

Variazioni future: attenti all’attesa di vita

Un aspetto molto importante da considerare è che questi requisiti sono soggetti a cambiamenti. Infatti, vengono aggiornati in funzione dell’attesa di vita, come accade per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996.

Verifica dei contributi: come farla

Se hai dubbi sul numero dei tuoi contributi o quando hai iniziato a lavorare, puoi fare una verifica semplice. Accedi al tuo estratto conto contributivo INPS attraverso il sito ufficiale. Qui troverai tutte le informazioni sui tuoi anni di contributi e potrai fare una stima più precisa della tua futura pensione.

Quota 103: regole, importi e tempi

Requisiti base per accedere a Quota 103

Se stai pensando di andare in pensione nel 2023, c’è l’opzione Quota 103. Per accedere a questa opportunità devi avere:

  1. Almeno 62 anni di età
  2. Almeno 41 anni di contribuzione

In pratica, se sommando la tua età e gli anni di contributi arrivi a 103, potrai andare in pensione in modo anticipato. Ma occhio: devi rispettare i minimi di 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Limitazioni di Quota 103

Quota 103 non ti permette di fare tutto quello che vuoi. Fino a 67 anni, potrai avere solo redditi da lavoro occasionale. E l’importo? Fino a un massimo di 5.000 euro all’anno.

Per chi ha redditi più alti, c’è una regola: tra i 62 e i 67 anni, la tua pensione non potrà superare i 2.100 euro netti al mese. Questo limite corrisponde a cinque volte il trattamento minimo, che si traduce in circa 36.916 euro lordi all’anno. Una volta raggiunti i 67 anni, però, riceverai la pensione “piena”.

Bonus Maroni: incentivo per chi prosegue nel lavoro

Se hai i requisiti per Quota 103 ma decidi di continuare a lavorare, c’è un bonus per te. È il cosiddetto “bonus Maroni”. In pratica, la parte dei contributi che normalmente va alla pensione (9,19%) finirà direttamente nella tua busta paga. Ma attenzione, perché questa scelta renderà la tua futura pensione un po’ più bassa, a causa dei minori contributi versati.

Le “Finestre” tra maturazione e incasso della pensione

Se decidi di andare in pensione con Quota 103, ci saranno dei tempi di attesa, chiamati “finestre”, prima di iniziare a incassare la pensione. Sono di 3 mesi per i lavoratori del settore privato e autonomi e di 6 mesi per i dipendenti pubblici.

Valutazioni e strategie per Quota 103

Prima di scegliere Quota 103, è fondamentale che tu faccia un bilancio. Devi pesare gli anni di “libertà dal lavoro” che otterrai contro l’importo della tua pensione. Considera anche i possibili limiti su redditi più elevati e l’opzione del “bonus Maroni”.

Opzione Donna 2023: dettagli e approfondimenti

Opzione Donna è un’opzione di pensionamento molto discussa e pensata per le donne. Ma come funziona esattamente? Andiamo a scoprire tutto quello che c’è da sapere sull’Opzione Donna nel 2023.

Requisiti di base

  1. Età: devi avere almeno 60 anni. Ma attenzione, se hai figli, l’età richiesta si abbassa. Con un figlio puoi andare in pensione a 59 anni, con due figli addirittura a 58.
  2. Contributi: servono almeno 35 anni di contributi versati.
  3. Categorie speciali: rientri nell’Opzione Donna se sei una caregiver, se sei invalida almeno al 74%, o se sei stata licenziata e la tua azienda è in crisi.
  4. Ricalcolo pensione: devi accettare che l’importo della tua pensione venga calcolato con il sistema contributivo, che tende ad essere meno vantaggioso del sistema retributivo.

Cosa significa essere una caregiver

Sei considerata una caregiver se assisti un parente o un coniuge da almeno 6 mesi. Questo vale anche se il parente è di secondo grado, a patto che i genitori o il coniuge del non autosufficiente abbiano più di 70 anni. Il familiare deve essere titolare della Legge 104, comma 3.

Aziende in crisi

Se lavori in un’azienda in crisi, devi assicurarti che sia stato aperto un tavolo di trattative presso il Ministero delle Imprese. Questo ti permette di accedere all’Opzione Donna con condizioni più favorevoli.

Le finestre di tempo

C’è un periodo tra quando raggiungi i requisiti e quando puoi effettivamente iniziare a percepire la pensione. Questo periodo è di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Valutare pro e contro

L’Opzione Donna può sembrare allettante, ma ci sono delle controindicazioni. Il ricalcolo contributivo tende a ridurre l’importo della pensione. Inoltre, interrompendo il lavoro prima del previsto, contribuirai per meno tempo all’INPS. Questo potrebbe ridurre ulteriormente l’importo dell’assegno.

Dunque, se stai considerando l’Opzione Donna, è fondamentale che tu esamini attentamente tutti gli aspetti e, se possibile, parli con un esperto.

Pensioni per i lavoratori precoci: cosa devi sapere

Il mondo delle pensioni in Italia è complicato, e una delle categorie che più spesso finisce nel labirinto delle norme è quella dei lavoratori precoci. Questi lavoratori possono accedere alla pensione con alcune facilitazioni, ma come? Andiamo a vedere.

Chi sono i lavoratori precoci

I lavoratori precoci sono quelli che hanno iniziato a lavorare molto giovani e hanno accumulato una significativa anzianità contributiva. Per accedere alla pensione con questa formula devi soddisfare due requisiti principali:

  1. Avere almeno 12 mesi di lavoro effettivo, anche non continuativo, prima del compimento del 19mo anno di età.
  2. Rientrare in una delle categorie specifiche definite dalla legge.

Le categorie dei lavoratori precoci

Ecco le categorie in cui devi rientrare:

  • Disoccupati: persone licenziate, che hanno dato dimissioni per giusta causa o che hanno una risoluzione consensuale del contratto.
  • Caregivers: se assisti un coniuge o un parente convivente di primo grado da almeno 6 mesi, sei un caregiver. Questo vale anche per i parenti di secondo grado se i genitori o il coniuge hanno più di 70 anni.
  • Invalidi civili: persone con un grado di invalidità almeno al 74%.
  • Lavori gravosi: ad esempio, operatori ecologici, personale infermieristico con turni, insegnanti della scuola dell’infanzia, addetti a persone non autosufficienti.
  • Lavori usuranti: includono lavoratori in cave, miniere, lavoratori notturni e altri lavori con condizioni difficili.

Cosa cambia per la pensione

I lavoratori precoci possono accedere alla pensione con 41 anni di contribuzione, senza attendere l’età pensionabile ordinaria. Ma attenzione, i tempi e gli importi possono variare in base alle specifiche situazioni.

Attenzione ai dettagli

E’ fondamentale che tu faccia un attento calcolo dell’importo della pensione prima di prendere qualsiasi decisione. In alcune situazioni potrebbe essere conveniente continuare a lavorare per avere una pensione più alta.

Come funzionano le pensioni per chi lavora all’estero

Per chi ha una carriera lavorativa all’estero, le cose possono diventare un po’ complicate quando si tratta di pensioni. Ecco alcune situazioni tipiche:

  1. Lavoratore all’estero di azienda estera: i contributi pensionistici sono versati all’ente pensionistico dello Stato estero dove si lavora.
  2. Lavoratore distaccato in filiale estera di azienda italiana: i contributi sono versati all’INPS in Italia.
  3. Lavoratore distaccato in filiale estera di azienda estera: anche in questo caso, i contributi potrebbero essere versati nell’ente pensionistico dello Stato estero.

Come scoprire dove sono stati versati i contributi?

Il modo più semplice per capire dove siano stati versati i contributi è controllare l’estratto conto contributivo INPS. Se non vedi contributi per gli anni trascorsi all’estero, molto probabilmente sono stati versati all’ente pensionistico dello Stato estero.

E la pensione?

Se hai contributi in Italia e all’estero, riceverai più pensioni, ciascuna calcolata secondo le regole del Paese in cui hai versato i contributi. Questo meccanismo è conosciuto come Totalizzazione Internazionale. Funziona principalmente all’interno dei Paesi dell’Unione Europea e con altri Paesi con cui l’Italia ha stipulato convenzioni bilaterali.


Le pensioni delle Casse Professionali

Se fai parte di una delle casse professionali, come medici, avvocati, ingegneri o altri, devi sapere che ogni cassa ha le sue regole per la pensione.

Tipi di cassa

  1. ENPAM: Medici
  2. Cassa Forense: Avvocati
  3. ENASARCO: Agenti di commercio
  4. INARCASSA: Ingegneri ed architetti
  5. ENPAF: Farmacisti

Come funziona?

Ogni cassa ha i propri requisiti di età e contribuzione per accedere alla pensione. In alcuni casi, le regole possono assomigliare a quelle dell’INPS, ma è meglio controllare direttamente con la tua cassa.

Due casi tipici

  1. Iscritto sia all’INPS che alla Cassa: riceverai due pensioni separate, ciascuna calcolata secondo le regole del rispettivo ente.
  2. Iscritto solo alla Cassa: riceverai la pensione solo dalla cassa professionale.

Soluzioni per anni insufficienti

Se gli anni di contribuzione sono insufficienti per ottenere la pensione, esistono strumenti come cumulo gratuito, totalizzazione e ricongiunzione onerosa. Questi strumenti aiutano a unificare i periodi contributivi per soddisfare i requisiti minimi.

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Nella foto un pensionato con molti dubbi rispetto alla giungla italiana delle pensioni.

FAQ (Domande e risposte)

Cosa cambia per le pensioni se hai iniziato a lavorare prima del 1996?

Se hai iniziato a lavorare prima del 31 dicembre 1995, puoi andare in pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi. Per la pensione anticipata, devi avere 41 anni e 10 mesi di contributi se sei una donna, o 42 anni e 10 mesi se sei un uomo. Questi requisiti potrebbero cambiare nel tempo a causa della crescita dell’aspettativa di vita.

Cosa cambia se hai iniziato a lavorare dopo il 1996?

Se hai iniziato dal 1 gennaio 1996, la pensione anticipata richiede 64 anni di età e 20 anni di contributi, con una pensione netta minima di circa 1.200 euro. La pensione di vecchiaia è a 67 anni con 20 anni di contributi e una pensione minima di circa 670 euro netti. Inoltre, puoi accedere alla pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni con solo 5 anni di contributi.

Quali sono le regole, gli importi e i tempi per Quota 103?

Per Quota 103, devi avere almeno 62 anni e 41 anni di contributi. L’importo massimo della pensione fino a 67 anni è di 2.100 euro netti al mese. Se continui a lavorare, puoi beneficiare del “bonus Maroni”, che ti consente di ricevere direttamente nella busta paga la parte dei contributi destinata alla pensione.

Quali sono le regole, gli importi e i tempi per Opzione Donna 2023?

Per accedere all’Opzione Donna devi avere almeno 60 anni e 35 anni di contributi. L’età può essere ridotta se hai figli o se rientri in categorie speciali come caregiver o lavoratrici di aziende in crisi. Tieni presente che la pensione verrà calcolata con il sistema contributivo, che è generalmente meno vantaggioso.

Come funziona e come viene regolata la pensione ai precoci?

I lavoratori precoci possono accedere alla pensione con 41 anni di contribuzione, senza età minima, ma devono rientrare in specifiche categorie come disoccupati, caregivers, invalidi civili, lavori gravosi o usuranti. La pensione sarà calcolata in base ai contributi versati e agli anni di lavoro.

Come funziona la pensione per chi ha lavorato all’estero?

Se hai lavorato all’estero, i contributi possono essere versati in Italia o all’estero, a seconda delle circostanze. Puoi ricevere più pensioni, ciascuna calcolata secondo le regole del Paese dove hai versato i contributi. In alcuni casi, puoi beneficiare della “Totalizzazione Internazionale” che permette di sommare i periodi di lavoro in diversi Paesi.

Come funzionano le pensioni delle Casse Professionali

Se fai parte di una cassa professionale, come ENPAM per i medici o Cassa Forense per gli avvocati, ogni cassa ha le sue regole specifiche per la pensione. Puoi essere iscritto sia all’INPS che alla cassa e ricevere due pensioni separate, oppure essere iscritto solo alla cassa e ricevere una sola pensione da quella.

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