Nei giorni scorsi vi abbiamo annunciato gli ultimi rumors in campo previdenziale, ossia l’ultima idea del Governo per accompagnare alla pensione i lavoratori prossimi alla quiescenza e permettere allo stesso tempo il turnover generazionale. L’idea sarebbe quella di un part time per i lavoratori più anziani che potrebbero affiancare i giovani facendo una sorta di tutoraggio, per loro dunque metà stipendio e metà pensione, con i contributi però versati fino al raggiungimento dei 67 anni al fine di non avere buchi contributivi ed avere poi la pensione piena al termine della loro carriera lavorativa. La proposta sta facendo molto discutere e la nostra ‘piazza virtuale’, leggendo i commenti sul portale, si divide: tra chi é completamente contrario, quasi la maggioranza, chi é scettico, e chi tutto sommato la vede comunque come una possibilità qualora non vi fossero alternativa. Come a dire ‘piuttosto che nulla, meglio piuttosto’. Di seguito alcuni commenti:
Riforma pensioni 2023: NO al part timeper l’uscita anticipata
Paolo Prof, scrive: “Guarda che sono veramente dei dritti; le pensano tutte; il pensionato che forma per 2 anni no perchè lo devi pure pagare per la formazione del giovane neo assunto; allora si inventano la formula del pensionato che non è un pensionato perchè pensionato è uno che ha finito di lavorare ; almeno io la intendo così; certamente ci sono quelle persone che tutto sommato vogliono continuare a lavorare con meno ore e magari andare avanti ben oltre i 67 anni (ne conosco); c’è anche quello che non ne può più e gli pesa fare non 2 anni in più, 2 mesi in più; se fosse un’ opzione e basta ci sarebbe chi aderisce e chi no; magari facessero una norma anche per chi non arriva ai 41 anni e sono tantissimi; fra 2-3 mesi vedremo; saluti a te e ai gestori del sito“
Roberto, incalza: “Quindi fatemi capire: mi stanno proponendo che, invece di andare in pensione “anticipata” a 64 anni (avendo iniziato a lavorare al termine delle scuole superiori), posso decidere di continuare a lavorare part time fino ai 67 anni? Bella idea, non ci avevo pensato, sono dei geni“
Antonello molto perplesso aggiunge: “Vorrei capire quanto (poco) stipendio dovrebbe ricevere il giovane la cui assunzione si vorrebbe ipoteticamente “favorire”, posto che il suo emolumento (che sarebbe full-time) + il mio (quantunque adesso diverrebbe part-time) sarebbe uguale a quello mio full-time di prima.
Uhm… vuoi vedere che in una sola mossa riescono perfino a fregare entrambi?“
Sergio assolutamente contrario ci scrive: “Questi stanno delirando perché le stanno sparando grosse ora- invece di far uscire i vecchi per far spazio ai giovani, ora si inventano che noi anziani dovremmo tirare il carro fino a 67, facendo da tutor e prendendo meno soldi col part-time e un po’ di pensione- roba da matti….. se volete aiutare i giovani che a migliaia aspettano di occupare i posti che noi anziani occupiamo….. allora fateci uscire già da 64 anni , come in tanti paesi , finendola con questa altalena che ha rotto le scatole a tutti – questi ragazzi scalpitano e sono freschi di mente e salute, mentre noi siamo stanchi e stufi- perciò che si faccia quota 103 pure e poche storie!“
MimmoSessanta in modo sarcastico si rivolge al Governo: “Pensione part time? Perché non un governo part time? Governano mezza giornata e l’altra mezza cercano qualcuno in grado di farlo veramente…se esiste“
Franco Giuseppe, utente molto attivo sul nostro portale, considera questa proposta l’ennesimo palliativo che non porterà ad esiti utili, anzi: “Un altro palliativo che si concluderà con un doppio flop: Abbiamo già gli stipendi tra i più bassi d’ europa, strangolati da un’inflazione galoppante e i lavoratori prossimi alla pensione dovrebbero accettare un ulteriore taglio dello stipendio mensile tramutato in metà assegno da lavoro e metà assegno pensionistico notoriamente minore, avendo comunque una mezza giornata impegnata. Lavoratori che non hanno l’impiego dietro l’angolo di casa ma che ogni santo giorno devono sobbarcarsi anche più di un’ora per raggiungere il luogo di lavoro e stessa cosa al ritorno. Che vantaggio sarebbe ? Le aziende poi siamo certi che apprezzano di avere un lavoratore specializzato part-time e uno da formare ? Non rendono allo stesso modo e con la stessa qualità. Aggiungiamo altre agevolazioni alle aziende che significano meno entrate allo Stato. Che dire poi di quei lavoratori che già oggi operano in posizione di part-time e hanno magari 40 anni di lavoro e di contributi ? Cosa faranno, il part-time del part-time ? Possibile che in questo disgraziato paese si inventano opzioni astruse senza senso e costrutto, opzioni che avvantaggiano solo chi può permetterselo, mentre alla moltitudine rimane solo la Fornero ? Si continua con opzioni utili solo per qualcuno. Ma l’obbiettivo non era una legge equa e giusta per tutti ?” Poi vi é anche chi cerca di trovare del buono nella psoposta, magari perché non vede al momento alternative sul ‘tavolo’:
Pensioni 2023, part time? Magari potrebbe funzionare, chissà…
Sandro, commenta ragionando sulla propria esperienza personale: “Scrivo a titolo personale nel mio caso visto che non arriverò mai ai 43 anni salvo ricongiungimento di due gestioni separate mooolto oneroso, entro i 67 anni . Nel mio caso l’ idea potrebbe essere accettabile visto che ho 64 anni e sono un pò stanchino. Certo la proposta Tridico sarebbe ancora meglio . Vedo difficile che le aziende la prendano in considerazione se non hanno dei ritorni , noi anziani “d ‘ufficio” siamo una sorta di consulenti un pò su tutto e le aziende faranno molta fatica a darci un part-time se non quasi obbligate piuttosto ci tengono a fare poco ma non ci mollano”.
Luciano aggiunge mostrando un pizzico di ottimismo: “Una misura del genere se implementata correttamente (basterebbe copiare dalla Svezia che lo fa da anni) potrebbe essere una buona soluzione per chi svolge lavori impegnativi ma di natura impiegatizia o intellettuale (come è il mio caso) e che sarebbe contento negli ultimi anni di non dover scegliere tra smettere del tutto o non riuscire a star dietro agli impegni lavorativi. Per essere appetibile per i datori di lavoro il costo dovrebbe essere leggermente inferiore a quello del normale part-time (altrimenti non lo concedono) e si potrebbe ottenere semplicemente con qualche agevolazione specifica per le assunzioni dei giovani. Per lo stato che coprirebbe la quota mancante di stipendio con una quota di pensione anticipata ci sarebbe un anticipo di cassa ma sarebbe sempre meno costoso che mandare la persona in pensione con una Quota come 103. Sono un poco scettico sul riconoscimento dei contributi pieni che secondo me alzerebbe troppo i costi per lo stato. A me non dispiacerebbe come alternativa ad altre forme di anticipo e comunque amplierebbe le possibilità di scelta anche a favore di chi ha più impellenti necessità di andare in pensione vista la riduzione dei costi per lo stato“.
E voi dalla vostra sareste pro o contro tale proposta, accettereste se mai il Governo l’approvasse? Fatecelo sapere nellapposita sezione commenti del sito.
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