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Gli italiani che si metteranno in viaggio, e quelli che ancora devono prenotare le vacanze, dovranno fare i conti con prezzi e tariffe sensibilmente più elevati rispetto allo scorso anno. Tutto costerà più caro: l’aereo, l’albergo, il ristorante e lo stabilimento balneare. Lo denuncia il Codacons, che snocciola i numeri dei rincari.

HOTEL E ALLOGGI

A lanciare l’allarme è Assoutenti, secondo cui le tariffe delle strutture ricettive sono salite in media del 15,2% rispetto al 2022, con punte del +18% per alberghi e motel, mentre villaggi vacanza e campeggi costano l’11,1% in più. Anche Codacons snocciola i numeri dei rincari: gli alloggi, soprattutto nelle città d’arte e nelle località balneari, costeranno mediamente 13,6% in più rispetto all’estate 2022. In testa alla classifica del caro-alberghi si piazza Firenze, dove i listini di hotel, B&B, e strutture ricettive in genere salgono del 53%. Al secondo posto Palermo (+35,9%) e al terzo Milano (+27,7%). Seguono Olbia con un +27,2%, Venezia (+25,5%), Roma (+20,9%) e la provincia di Ravenna (+20%). «L’aumento c’è ed è generalizzato perché il costo della vita è aumentato su tutto, dalle autostrade ai ristoranti, non solo gli hotel — sottolinea Bernabò Bocca, presidente Federalberghi-Confcommercio, che riunisce 27.000 alberghi in Italia —. Le aziende per chiudere i bilanci in utile devono ributtare gli incrementi dei costi sui prezzi di vendita ma il caro-alberghi ha forti differenze sul territorio e non è un tema italiano ma europeo. L’anno scorso, a Zurigo, la camera di un albergo 5 stelle veniva 700 euro a notte; oggi costa 2.500 e a Parigi per la stessa categoria non si dorme con meno di 1.500 euro». A determinare l’aumento dei prezzi degli hotel è il punto di incontro tra domanda e offerta. «È chiaro che nelle destinazioni dove c’è molta domanda i prezzi sono saliti anche del 20% ma parlare di una percentuale precisa è impossibile perché dove il mercato è solo domestico l’aumento è stato nullo — continua Bocca —. Per risparmiare bisogna anche scegliere destinazioni meno scontate eppure bellissime. Siamo il Paese in Europa con il maggior numero di alberghi, circa 33.000 e per tutte le tasche, e l’Italia sta facendo un anno meraviglioso nelle città d’arte ma grazie esclusivamente al mercato americano, non dimentichiamolo».

«Incrementi dei costi energetici fino al 350 per cento»

A confermare, soprattutto nelle città d’arte, l’incremento dei prezzi degli hotel nelle città d’arte è anche Damiano De Crescenzo, direttore generale Planetaria Hotels: 11 alberghi tra Firenze, Roma, Milano e Genova. «L’aumento dei prezzi è sotto gli occhi di tutti ma l’anno scorso era il primo anno post pandemia ed è stato al di sotto del 2019. Rispetto a quell’anno siamo a più del doppio dei costi energetici e nei periodi peggiori abbiamo dovuto assorbire incrementi fino al 350 per cento. Un gruppo come il nostro spende più di un milione all’anno di energia. Solo l’anno scorso il costo delle lavanderie industriali è aumentato del 12%. Per non parlare dei prezzi di ricambio e delle riparazioni. Anche un semplice asse del Wc è raddoppiato».

La spesa media per una famiglia di 4 persone

A scattare la fotografia di quest’estate italiana è anche l’Osservatorio Findomestic, secondo il quale la spesa media per una vacanza si aggira intorno ai 1.560 euro, con una forbice che va dai 1.250 per un single a 1.850 per una famiglia di 4 persone. L’Osservatorio evidenzia anche un aumento delle prenotazioni delle vacanze. Alla fine di maggio il 60% degli italiani aveva già prenotato le ferie estive, il 33% in più dello stesso periodo dell’anno scorso, ma quasi per tutti (93%) non supereranno i 15 giorni e per il 51% di questi non si andrà oltre una settimana. Federconsumatori conferma e stima una riduzione in media da uno a due giorni del periodo di ferie. In alternativa i turisti dovranno fare i conti con un aumento del budget di circa 800 euro rispetto all’estate del 2022. «Non sulla Riviera Romagnola, che storicamente ha fatto della vacanza popolare il suo punto di forza — sottolinea Stefano Bonini di Trademark Italia, società di marketing turistico che gestisce l’osservatorio turistico regionale dell’Emilia-Romagna insieme a Unioncamere —. Dai Lidi di Comacchio a Cattolica l’incremento del costo di una camera in pensione completa è più basso che altrove, tra il 5 e l’8 per cento«. «A Rimini, per calmierare l’inflazione, l’aumentato è dell’8-10 per cento ma i nostri prezzi sono sempre molto concorrenziali. Il vantaggio della Riviera è l’assoluta competitività con il resto d’Europa — gli fa eco Antonio Carasso, presidente di Promozione Alberghiera —. Abbiamo fatto lo stretto necessario per colmare il gap dovuto ai costi impazziti di energia elettrica e derrate alimentari».

«Manca la manodopera»

Dello stesso avviso anche Nicolò Mori, titolare dell’Hotel Vis a Vis, a Sestri Levante. «Il costo del gas, della luce e dell’acqua è andato alle stelle e per forza di cose l’aumento dei costi si ripercuote sull’utente finale. È aumentato tutto: forniture, attrezzature e beni alimentari, soprattutto dalla guerra in Ucraina perché le materie prime non arrivano più dai canali precedenti ma da fonti più care — spiega Mori —. E poi c’è il problema, gravissimo, della manodopera. Le figure professionali sono sempre meno e sembrano aver perso il codice d’onore del lavoro perché si presentano in hotel a loro piacimento. Il personale di qualità va pagato adeguatamente, altrimenti lascia. La camera? Da noi costa 20 per cento in più dell’anno scorso. Ormai, per risparmiare, l’italiano medio deve rivolgersi a esperienze di vacanza all-inclusive».

GLI STABILIMENTI BALNEARI

L’adeguamento dei prezzi (all’insù) non risparmia gli stabilimenti balneari. Per trascorrere una giornata in spiaggia prenotando ombrellone e due lettini si spenderà, in media, il 10-15% in più con punte del 25% rispetto all’anno scorso. Lo dice Codacons, ma anche Federconsumatori, che parla anche di punte del 42% in più. Le tariffe variano moltissimo a seconda della zona: dai 20 euro in media al giorno a Bibione, località veneta celebre per le lunga spiaggia di sabbia e le pinete verdi («l’aumento è fra il 2 e 3 per cento», ricorda Flavio Maurutto, sindaco di San Michele al Tagliamento, comune nel quale ricade la località balneare) ai 25 in uno stabilimento medio del Friuli Venezia Giulia, 5% in più rispetto all’anno scorso, fino ai 40 di Viareggio o Riccione, gli 80 di Gallipoli, passando per i 60 di alcune località della Sardegna ma è facile arrivare anche a 120 euro al giorno nelle strutture di livello più alto. «A Grado l’aumento è del 4,5-5%, ben al di sotto del tasso di inflazione -— spiega Roberto Marin, presidente della Git, Gestione Grado Impianti turistici che gestisce 1,8 km di arenile con i suoi 7mila lettini e 3mila ombrelloni (oltre alle terme e al parco acquatico) —. Bisogna considerare l’aumento del costo dei fornitori, come i chioschi, i bar e i ristoranti, e dell’energia. Per il gas abbiamo speso 400mila euro in un anno, contro i 150mila del 2022. E 300mila euro solo di acqua. Anche i canoni di concessione demaniale sono aumentati, in un anno del 32,5%».

Iva al 22 per cento

«Siamo l’unico settore del turismo in Italia a pagare l’Iva al 22%, per gli albergatori e i gestori di bar e ristoranti è al 10», rincara Enrico Schiappapietra, presidente del Sib, Sindacato Italiano Balneari Confcommercio della Liguria. Nella regione l’incremento del costo di un posto spiaggia si attesta tra il 5 al 10% in più. «Va dai 20 ai 50 auro al giorno a seconda della posizione e della località ma la Liguria non è tra le regioni meno care – continua Schiappapietra -. Orograficamente è molto stretta e lo stabilimento medio ha 80 ombrelloni, mentre in Toscana sono diverse centinaia e in Veneto migliaia. La zona meno cara? Il Ponente ligure, perché lì c’è più spazio». Rincaro nullo invece per il 60% degli stabilimenti di Numana, la perla della Riviera del Conero, che insieme a Sirolo conta 53 stabilimenti balneari con prezzi che variano da 20 a 40 euro al giorno per due lettini e un ombrellone, sia a luglio che ad agosto. «Vogliamo mantenere i prezzi bassi per dare un segno positivo — spiega Luca Paolillo, presidente dei balneari di Numana e Sirolo (Ancona) —. Chi ha aumentato lo ha fatto solo del 6% ». Nella classifica del caro-spiaggia stilata da Codacons, appaiono anche stabilimenti da oltre mille euro al giorno. Il record spetta al «Cinque Vele Beach Club» di Marina di Pescoluse, in Salento: 1.010 ad agosto per chi sceglie un gazebo (tavolino, 4 lettini, teli da mare e aperitivo) con l’opzione “rimborsabile” che consente di cancellare la prenotazione entro 30 giorni dalla data prescelta. In seconda posizione si piazza il «Twiga» di Forte dei Marmi (600 euro contro i 400 del 2020 per una tenda araba: sofa, due letti king size, due lettini standard, una sedia regista e un tavolino); e in terza la spiaggia dell’Hotel Excelsior di Venezia (515 euro ad agosto contro i 453 del 2020 per una postazione centrale: lettino con materasso e cuscino, 2 sedie a sdraio con cuscini, 1 tavolo, 4 sedie pieghevoli, teli da spiaggia).

Estremi a parte, e considerato anche il consumo di acqua, cibi e bevande (per i quali i rincari medi si aggirano tra il 5 e il +10% sul 2022), il parcheggio e il carburante, per una giornata in uno stabilimento una famiglia con due bambini spende quest’anno mediamente tra i 100 e i 110 euro, con un aggravio medio del +13,4% sul 2022. «Oggi gli stabilimenti balneari sono luoghi multifunzionali dove trovare tutto quello che si desidera — spiega Simone Battistoni, presidente regionale Sib per l’Emilia Romagna e proprietario del Bagno Milano, a Cesenatico —. I turisti possono vivere la battigia in mille modi diversi facendo sport, rilassandosi con lo yoga, leggendo, partecipando ad eventi e spettacoli. Nel tempo è cambiata anche la gestione dei prezzi dei bagni: fino a 40 anni fa veniva deciso dalle Capitanerie di Porto ed era uguale per tutti. Con l’anti trust invece le tariffe sono diventate libere, così come gli aumenti. Da noi, pur senza accordarsi perché sarebbe illegale, si tende a farle simili con un aumento sull’ordine del 5%. Siamo la patria dei bagni e dell’ospitalità. Ci teniamo a mantenere lo status di spiaggia conveniente. Con 100, 120 euro a settimana o 340 euro in un mese diamo servizi e attività di tutti i tipi».

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