Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Lavoro diventato Legge, è aumentato il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi, con conseguente incremento degli importi delle buste paga dei lavoratori.
L’intervento già in atto dal 1° gennaio 2023 prevedeva, per i lavoratori dipendenti, un esonero contributivo del 2% per i redditi fino a 35.000 euro e del 3% per i redditi fino a 25.000 euro. Tale esonero passa rispettivamente al 6% e al 7% dal 1° luglio al 31 dicembre 2023.
In questo articolo vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato il taglio del cuneo fiscale introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 e poi modificato dal Decreto Lavoro divenuto legge. Vi diamo tutte le informazioni utili su come funziona.
TAGLIO CUNEO FISCALE PER REDDITI BASSI, NOVITÀ 2023
La Legge di Bilancio 2023 (articolo 1, comma 281) in vigore dal 1° gennaio aveva introdotto importanti novità per i lavoratori dipendenti.
Il Parlamento, in linea con le indicazioni del Governo precedente, aveva messo in campo un taglio del cuneo fiscale con percentuale variabile in base al reddito, con percentuali pari al 3 o al 2% (rispettivamente per redditi fino a 25.000 o 35.000 euro).
In sostanza, si tratta di uno sconto sulle trattenute in busta paga, inizialmente valido fino al 30 giugno 2023, che poi è stato potenziato dal Decreto lavoro divenuto legge. Dal 1° luglio e fino al 31 dicembre 2023, l’agevolazione si è sdoppiata in due decontribuzioni parametrate al reddito del dipendente, ossia:
- uno sgravio del 7% per i lavoratori con i redditi sotto i 25.000 euro (importo mensile non superiore a 1.923 euro). Fino al 30 giugno 2023, lo sgravio è del 3%;
- uno sgravio del 6% per i lavoratori con i redditi sotto i 35.000 euro (importo mensile non superiore a 2.692 euro). Fino al 30 giugno 2023, lo sgravio è del 2%.
Lo sgravio potenziato dal 1° luglio 2023 permette a chi percepisce un reddito da lavoro più basso di avere più soldi sullo stipendio aumentando così il potere di acquisto.
A spiegare i dettagli su come funziona la misura che è stata valida fino al 30 giugno 2023 è la Circolare n° 7 del 24-01-2023. Invece, con il Messaggio INPS n. 1932 del 24-05-2023 erano arrivate le nuove istruzioni operative e contabili sgravio contributivo 2023, valide da luglio 2023 e fino a fine anno.
I dettagli sulla nuova comunicazione ve li illustriamo in questo focus. Intanto, prima di approfondire come funziona questo bonus lavoratori dipendenti, vediamo cos’è il cuneo fiscale.
COS’È IL CUNEO FISCALE
Con “cuneo fiscale” si intende la somma delle imposte, sia dirette che indirette, e dei contributi previdenziali che incidono sul costo del lavoro. In sostanza il “cuneo fiscale” è la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la paga netta ricevuta dal lavoratore.
Questa differenza è influenzata da diversi fattori che vanno dalla pressione fiscale sul lavoro fino al valore stesso del mercato del lavoro.
In Italia il peso del cuneo fiscale è del 45,9%, uno dei dati più alti tra i Paesi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) secondo il Taxing Wages 2023 che vi illustriamo in questo focus. Quindi, per ogni 100 euro pagati dall’azienda per il dipendente, 45,90 euro sono impiegati per tasse e contributi. Maggiori dettagli sull’aumento del costo del lavoro, li trovate anche in questa guida.
A CHI SI RVOLGE IL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE
Come spiegato nella Circolare n° 7 del 24-01-2023 per il taglio attivo fino al 30 giugno 2023 e dal Messaggio INPS n. 1932 del 24-05-2023 per quello attivo dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, possono accedere allo sgravio tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro, pubblici e privati, a prescindere dalla circostanza che assumano o meno la natura di imprenditore. La misura si applica:
- per tutti i rapporti di lavoro dipendente, sia instaurati che instaurandi, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico. Vale purché vengano rispettati i limiti della retribuzione mensile, da intendersi come retribuzione imponibile ai fini previdenziali, di 2.692 euro (ai fini della riduzione di 2 punti percentuali fino al 30 giugno 2023 e di 6 punti dal 1° luglio al 31 dicembre 2023) e di 1.923 euro (ai fini della riduzione di 3 punti percentuali e di 7 punti dal 1° luglio al 31 dicembre 2023). Sono inclusi nell’ambito di applicazione della misura agevolata anche i rapporti di apprendistato, sempre nel rispetto della soglia limite di retribuzione mensile.
CHI È ESCLUSO
Restano esclusi dallo sgravio coloro che superano questo reddito e i rapporti di lavoro domestico. Infatti, per i rapporti di lavoro domestico, il quadro normativo in vigore già prevede l’applicazione di aliquote previdenziali in misura ridotta rispetto a quella ordinaria.
Ciò, come spiegato nella Circolare n° 7 del 24-01-2023 per il taglio attivato fino al 30 giugno 2023 e dal Messaggio INPS n. 1932 del 24-05-2023 per quello attivo dal 1° luglio al 31 dicembre 2023.
A QUANTO AMMONTA DAL 1° LUGLIO
Dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, le percentuali di esonero IVS salgono al 6 o al 7% con le disposizioni del Decreto lavoro 2023 convertito in legge. Il Messaggio n. 1932 del 24-05-2023, l’Istituto specifica che la riduzione sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) dal 1° luglio al 31 dicembre 2023, è pari a:
- 6% dei contributi IVS a carico dei lavoratori, a condizione che la retribuzione imponibile, anche nelle ipotesi di rapporti di lavoro a tempo parziale, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima;
- 7% della contribuzione IVS dovuta dal lavoratore, a condizione che la retribuzione imponibile ai fini previdenziali, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima.
L’importo dell’esonero per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2023, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, era pari al:
- 2% dei contributi IVS a carico dei lavoratori, a condizione che la retribuzione imponibile, anche nelle ipotesi di rapporti di lavoro a tempo parziale, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima;
- 3% della contribuzione IVS dovuta dal lavoratore, a condizione che la retribuzione imponibile ai fini previdenziali, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima.
Per maggiori dettagli sul calcolo e l’applicazione dell’esonero sul rateo di tredicesima vi rimandiamo alle indicazioni INPS fornite con il Messaggio numero 2924 del 10-08-2023.
COME SI CALCOLANO I LIMITI RETRIBUTIVI
La Circolare n° 7 del 24-01-2023 specifica che l’esonero trova concretamente applicazione sulla retribuzione lorda del lavoratore. La logica è la stessa anche per lo sgravio che parte da luglio, come chiarito dal Messaggio n. 1932 del 24-05-2023.
Il limite massimo mensile di 2.692 euro o di 1.923 euro – dirimente ai fini dell’applicabilità della riduzione e della sua entità – è riferito alla retribuzione imponibile nel suo complesso.
Ne deriva che nelle ipotesi in cui sia stato superato il massimale annuo della base contributiva e pensionabile, ai fini della valutazione del tetto mensile deve essere considerata:
- sia la quota di retribuzione imponibile ai fini IVS;
- sia la quota di retribuzione non imponibile ai fini IVS per il superamento del massimale.
L’INPS precisa, inoltre, che i massimali mensili debbano essere maggiorati, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima.
Diversamente, nei contratti in cui è prevista l’erogazione di mensilità ulteriori rispetto alla tredicesima mensilità (ossia la quattordicesima mensilità), nel mese interessato, la riduzione contributiva potrà trovare applicazione solo se l’ammontare della quattordicesima mensilità o dei suoi ratei, sommati alla retribuzione imponibile, non ecceda il massimale di retribuzione mensile previsto. Viceversa, se tale limite risulta superato, l’esonero non sarà previsto.
La Circolare n° 7 del 24-01-2023 e il Messaggio n. 1932 del 24-05-2023 spiegano anche come si calcola il massimale della retribuzione imponibile in presenza di più denunce mensili. Per maggiori dettagli su questa casistica, vi consigliamo di leggere il paragrafo 3.2 della Circolare 7 del 2023.
COME FUNZIONA IL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE 2023
Il taglio del cuneo fiscale si applica in base ai limiti retributivi mensili che vi abbiamo spiegato. Le soglie retributive (imponibile previdenziale) individuate come massimali mensili vanno valutate per verificare l’applicabilità della riduzione contributiva e la determinazione della sua entità. Ne deriva che:
- se la retribuzione imponibile supera il limite pari a 2.692 euro al mese, non spetterà alcuna riduzione della quota a carico del lavoratore. Pertanto, se il lavoratore in un singolo mese percepisce una retribuzione di importo superiore a 2.692 euro lordi, per quel mese non avrà diritto al beneficio;
- se la retribuzione imponibile supera il limite pari a 1.923 euro, ma è, comunque, di importo minore o pari a 2.692 euro al mese, la riduzione contributiva della quota a carico del lavoratore potrà essere riconosciuta, per il singolo mese di riferimento, nella misura del 2%;
- se la retribuzione mensile non supera il limite pari a 1.923 euro, la riduzione contributiva della quota a carico del lavoratore potrà essere riconosciuta, per il singolo mese di riferimento, nella misura del 3%.
In altri termini, poiché la verifica del rispetto della soglia reddituale deve essere effettuata nel singolo mese di paga, il taglio del cuneo fiscale dovuto dal lavoratore sarà diverso e da calcolare in base alla retribuzione effettivamente percepita. Inoltre, potrà non applicarsi, in caso di superamento del massimale di 2.692 euro. L’INPS nella Circolare 7 del 2023 e nel Messaggio seguente, come vi illustriamo in questo focus, specifica anche che:
- l’agevolazione non è un incentivo all’assunzione. Conseguentemente, non è soggetta all’applicazione dei principi generali in materia di incentivi all’occupazione stabiliti, da ultimo, dall’articolo 31 del Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 150;
- il diritto al taglio del cuneo fiscale non comporta benefici in capo al datore di lavoro. Non è subordinato al possesso del Documento unico di regolarità contributiva da parte del datore di lavoro.
COME OTTENERE IL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE 2023
La Circolare n° 7 del 24-01-2023 ha spiegato che ai fini dell’accesso al beneficio, i datori di lavoro dovevano esporre, a partire dal flusso Uniemens di competenza dei mesi da gennaio al 30 giugno 2023, i lavoratori per i quali spetta l’esonero. L’INPS spiega nel dettaglio come procedere nel caso di datori di lavoro privati, pubblici o agricoli nei paragrafi 7, 8 e 9 della Circolare 7 del 2023. In calce al documento, vi sono anche le istruzioni contabili.
Per il taglio che opera dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023, il Messaggio n. 1932 del 24-05-2023 spiega che ai fini dell’accesso al beneficio, i datori di lavoro devono esporre, a partire dal flusso Uniemens di competenza dei mesi da luglio al 31 dicembre 2023, i lavoratori per i quali spetta l’esonero. I dettagli li potete leggere dal paragrafo 3.
COMPATIBILITÀ
Il taglio del cuneo fiscale non rientra nella nozione di aiuti di Stato. Dunque, l’applicazione di tale misura agevolativa non è subordinata all’autorizzazione della Commissione Europea e alla registrazione nel Registro Nazionale degli aiuti di Stato. L’esonero contributivo è cumulabile, per tutti i periodi di paga:
- con gli altri esoneri contributivi previsti a legislazione vigente, nei limiti della contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro e dal lavoratore;
- con l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato, che vi spieghiamo in questa guida. Si tratta della misura prevista dall’articolo 1, comma 137, della Legge di Bilancio 2022. La cumulabilità vale sull’intero ammontare della contribuzione a carico della dipendente. Per sapere come funziona il calcolo, tutti i dettagli sono stati resi noti dall’INPS con il Messaggio numero 2924 del 10 agosto 2023;
In caso di errori, comunque, si può sempre rimediare e ripresentare la richiesta, prima però la domanda bonus assunzioni NEET va annullata.
TAGLIO CUNEO FISCALE, SIMULAZIONE ED ESEMPI
Come viene calcolato il cuneo fiscale in busta paga? Per comprendere bene come si calcolano gli aumenti di stipendi potenziati dal Decreto lavoro convertito in legge, validi dal 1° luglio 2023, per i lavoratori dipendenti, è bene fare degli esempi. L’aumento va da 45 euro a 100 euro lordi circa mensili e interessa i lavoratori con redditi fino a 35.000 euro grazie alle misure per il taglio del cuneo fiscale. In questa guida, vi facciamo diversi esempi e simulazioni di calcolo del bonus dipendenti. Intanto, vediamo quanto si guadagna in più.
QUANTO SI GUADAGNA IN PIÙ
Quanto aumenta lo stipendio con il taglio del cuneo fiscale? Con il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi i lavoratori hanno diritto ad aumenti in busta paga. Nello specifico, con le novità del Decreto Lavoro 2023 convertito in Legge si prevede che dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 gli importi in più in busta paga per i dipendenti privati o pubblici, sono i seguenti:
- per gli stipendi fino ai 10.000 euro lordi all’anno, si ricevono da luglio 44,92 euro in più al mese (-7%);
- per gli stipendi fino a 15.000 euro all’anno, si ricevono 67,38 euro in più al mese (-7%);
- per gli stipendi fino ai 20.000 euro lordi all’anno, si ricevono 76,82 euro in più al mese (-7%);
- per gli stipendi fino ai 25.000 euro lordi all’anno, si ricevono 96,03 euro in più al mese (-7%);
- per gli stipendi fino ai 30.000 euro lordi all’anno, si ricevono 90,49 euro in più al mese (-6%);
- per gli stipendi fino ai 35.000 euro lordi all’anno, si ricevono 98,56 euro in più al mese (-6%).
TAGLIO DEL CUNEO FISCALE, ALTRE RISORSE GRAZIE AL MINOR DEFICIT
Il taglio del cuneo fiscale iniziato da gennaio 2023 è un passaggio che rientra in uno schema più ampio che punta ad incrementare ulteriormente il taglio del cuneo fiscale entro i prossimi 3 anni come ha sostenuto Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Un quadro confermato anche dal DEF 2023 con cui il Governo ha previsto di raddoppiare il taglio del cuneo fiscale a 13,8 milioni di lavoratori dipendenti, privati e pubblici, per 8 mesi, cioè da luglio a dicembre 2023.
Come? Stanziando altri 3,5 miliardi di euro (oltre ai 4,1 miliardi già investiti in Manovra) liberati dal minor deficit per l’anno in corso. I soldi extra permettono di allargare la soglia dei lavoratori aventi diritto all’aiuto. Del resto, questa misura ha avuto un ottimo riscontro già quando è stata applicata la prima volta nel 2022 dal Governo Draghi.
L’IMPATTO DEL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE SU OCCUPAZIONE E STIPENDI
Il XXII Report annuale INPS 2023 reso noto il 13 settembre 2023 ha analizzato i dati del taglio del cuneo fiscale erogato nel corso dell’autunno 2022. Il testo traccia un quadro positivo sul mercato del lavoro dipendente (78% dell’occupazione totale, +6 punti percentuali di quanto registrato nella prima parte degli anni 2000, con la quota dei dipendenti a tempo indeterminato in netta crescita).
Poi, specifica che l’aumento dei lavoratori dipendenti e il recupero dell’intensità di lavoro si riflettono sull’andamento delle retribuzioni, con lo stipendio medio italiano pressoché stabile fra il 2019 e il 2022.
A sostenere il potere d’acquisto delle retribuzioni, soprattutto di quelle medio basse, hanno contribuito i provvedimenti di decontribuzione a favore dei lavoratori proprio come il taglio del cuneo fiscale. Ecco perché il Governo, anche nella Manovra 2024, continuerà a riproporlo quasi sicuramente e noi, vi aggiorneremo sui dettagli.
ALTRI AIUTI PER I LAVORATORI DIPENDENTI
Tra le altre misure per i lavoratori dipendenti previste nella Legge di Bilancio 2023 c’è anche la riduzione dell’aliquota dei premi produttività che passa dal 10 al 5% per premi fino a 3.000 euro, come vi spieghiamo in questo focus.
Il Parlamento ha, inoltre, deciso di agevolare le assunzioni a tempo indeterminato con uno sgravio contributivo fino a 6.000 euro per le stabilizzazioni e le nuove assunzioni di lavoratori, specie se si tratta di donne, under 36 e percettori del Reddito di Cittadinanza. Confermati anche gli aumenti dei fringe Benefit per chi ha figli.
Tutte queste misure rientrano nella strategia complessiva di riforma in tutela dei lavoratori annunciata dal Governo dopo il “no” incerto del Parlamento al salario minimo che vi abbiamo spiegato nel nostro focus dedicato. Per maggiori dettagli sui bonus per chi assume vi consigliamo questa guida, mentre in questa trovate tutti gli incentivi per le assunzioni.
RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
A vostra disposizione il nostro articolo sugli aumenti dei fringe Benefit per chi ha figli e la nostra guida agli aumenti stipendi dipendenti pubblici grazie al taglio del cuneo fiscale. Vi consigliamo anche la lettura del report 2023 con tutti i dettagli sull’aumento del costo del lavoro in Italia e la nostra guida aggiornata sui bonus in busta paga nel 2024 già confermati e prorogati.
A vostra disposizione anche le prime anticipazioni sulla riforma IRPEF 2024.
Se volete restare aggiornati sugli aiuti alle famiglie e ai lavoratori, consultate questa sezione. In questa pagina, invece, trovate le notizie sugli aiuti per le imprese.
Vi ricordiamo che è possibile iscriversi gratis alla nostra newsletter e al nostro canale Telegram, per avere le notizie in anteprima.