di Marco Valsania
L’anno fiscale termina a mezzanotte, senza una nuova finanziaria fermi centinaia di migliaia di dipendenti pubblici e chiuse le attività non essenziali
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Si avvicina l’ora dello shutdown per il governo americano. La nuova crisi, se non ci sarà un accordo in extremis, inizierà dalla mezzanotte (Usa) di oggi, sabato 30 settembre. Una chiusura parziale ma diffusa dell’amministrazione, di tutte le attività considerate non essenziali, per la conclusione dell’anno fiscale che per essere evitata richiede l’approvazione di una nuova finanziaria concordata da un Congresso invece diviso e polarizzato. Preda di una impasse che minaccia di infliggere nuovi colpi alla credibilità degli Stati Uniti, con la disfunzione fiscale che potrebbe nuovamente mettere in discussioni i rating del Paese sul debito e provocare danni all’economia.
Svolta alla Camera Usa: passa la proposta McCarthy per evitare lo shutdown
Lo speaker della Camera Kevin McCarthy ha presentato una proposta per evitare lo shutdown alla mezzanotte di oggi, le 6 di mattina in Italia, e guadagnare altri 45 giorni per trovare un accordo sulla legge di spesa. La proposta è passata alla Camera grazie al voto dei democratici. Ora la misura deve essere votata dal Senato, dove i dem hanno la maggioranza. Nella legge tampone, votata a larga maggioranza dai democratici, non ci sono gli aiuti all’Ucraina. Questo era un punto critico per il partito di Joe Biden che, evidentemente, alla fine ha ceduto. La misura provvisoria è passata con 335 voti a favore e 91 contrari. L’unico deputato democratico ad aver votato contro è stato Mike Quigley dell’Illinois.
La strada verso lo shutdown
Il Presidente Joe Biden ha denunciato l’estremismo repubblicano come causa dell’imminente shutdown. Al rischio di paralisi Washington è arrivata anzitutto per la ribellione di una influente pattuglia di ultra-conservatori populisti cresciuti all’ombra di Donald Trump. Hanno di fatto sconfessato un accordo bipartisan che era parso poter scongiurare una battaglia di bilancio fuori controllo nella stagione di avvicinamento alle elezioni del 2024. L’intesa tra leader repubblicani, democratici e Casa Bianca lo scorso maggio aveva sospeso il tetto massimo sul debito americano in cambio di fatto di un congelamento della spesa per l’anno prossimo. Gli esponenti radicali repubblicani alla Camera hanno ora alzato il tiro: chiedono sostanziali tagli di spesa e una serie di altri provvedimenti giudicati da molto osservatori ideologici e provocatori, in una costante escalation. Hanno votato anche per il taglio dello stipendio del Segretario alla Difesa Lloyd Austin a un dollaro, definendolo incompetente.
Lo schiaffo da destra a McCarthy
La loro posizione he reso impossibile un accordo anche nei ranghi del loro partito, che pure ha una risicata maggioranza tra i deputati: venerdì hanno persino rifiutato di votare per un budget a interim che tenesse aperto il governo per altri 30 giorni proposto dallo stesso Speaker repubblicano Kevin McCarthy, che conteneva tagli del 30% a molti programmi. La diserzione di una ventina di deputati ha portato alla sconfitta del provvedimento.I ribelli hanno detto di voler votare solo per ancora più ambiziose e draconiane leggi di budget annuali e niente nuovi aiuti all’Ucraina. Nonostante la misura-tampone fosse destinata a essere cestinata dal Senato a controllo democratico come inaccettabile e draconiana, la sconfitta alla Camera rappresentato una dura sconfessione per McCarthy e un segno del clima teso e caotico nel partito repubblicano. Un deputato repubblicano di New York, Mike Lawler, ha definito uno dei leader ultrà, Matt Gatez, un “ciarlatano”. McCarthy sta ancora provando a proporre una misura di finanziamento più breve, per soli 14 giorni.
L’impatto
L’impatto di uno shutdwon dipenderà dalla sua durata. Pochi giorni e sarà contenuto; settimane e si allargherà a macchia d’olio, limando il Pil. Vedrà la sospensione dal lavoro senza stipendio di centinaia di migliaia di dipendenti in una vasta gamma di ministeri e servizi. I militari, 1,3 milioni, rimarranno in servizio ma a loro volta senza stipendio, che recupereranno solo a paralisi terminata. Tra gli 800.000 civili impiegati al Pentagono, 200.000 lavoreranno senza paga, gli altri saranno sospesi. In tutto il governo 2,1 milioni dipendenti risentiranno del blocco oltre a 4 milioni di dipendenti temporanei. Alcune attività chiuderanno del tutto, quali i parchi nazionali. Ma anche programmi di assistenza a poveri e indigenti, tra i quali 7 milioni di donne e bambini, servizi di asilo nido di pasti per gli anziani. Altre saranno ridotte. Tra i servizi che rimarranno funzionanti, pensioni e sanità per anziani e poveri. Nella sanità pubblica il 42% dei dipendenti sarà sospeso dal lavoro per mancanza di risorse e l’80% nell’Istituto Nazionale per la Sanità che fermerà attività di ricerca
La storia degli shutdown
E’ dal 2018 che uno shutdown non scatta: allora durò ben 35 giorni. La crisi nacque dalla richiesta di Donald Trump di miliardi di dollari per un muro contro il Messico. Ma gli shutdwon sono diventati più frequenti e dannosi negli ultimi decenni nel clima di crescente polarizzazione della politica americana. Nel 2013 fu legato alla protesta dei repubblicani contro la riforma sanitaria Obamacare di Barack Obama. In generale sono diventati l’esito dello scontro tra richieste repubblicane di significative riduzioni della spesa sociale e piani democratici per difendarla o ampliarla. Gli esperti avvertono però che ai fini del rigore fiscale incidono ben poco: negli Stati Uniti gran parte dell’aumento di deficit e debito (che ha superato ormai i 33.000 miliardi di dollari) è legato a pensioni e sanità con l’invecchiamento della popolazione, dove la spesa è automatica anno dopo anno, e non alle cosiddette spese discrezionali votate ogni anno. L’unica voce discrezionale importante è la difesa, a sua volta molto cresciuta negli ultimi anni. Ma nessuno, neppure i repubblicani radicali, vuole insistere su riforme o risparmi su questi fronti.
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Marco Valsania
Giornalista