M ai come in questo caso vale il detto «follow the money», segui il denaro, per capire che fine fanno gli italiani che vanno in pensione. Per scoprire che quelli che ricevono un importo mensile significativo si trasferiscono – in media uno al giorno – in Portogallo e Spagna. Tranne gli ex dipendenti pubblici che, alla spicciolata, iniziano la loro nuova fase della vita in Tunisia: buon clima e soprattutto nessuna doppia tassazione. Non è una fuga di massa, ma un trend che si consolida negli ultimi anni, soprattutto dalla pandemia.
I CONTI IN TASCA E IL CONTESTO AMBIENTALE E SOCIALE: SONO 129 MILA I PENSIONATI CHE HANNO SCELTO COME META L’EUROPA, CHE RESTA LA DESTINAZIONE PREFERITA
Nel 2021, ultimo anno consolidato, l’Inps ha pagato oltre 216 mila pensioni di vecchiaia all’estero, più di metà in Europa. In Spagna i pensionati italiani sono quasi 8.300 e comportano per l’istituto di previdenza nazionale un «onere medio» mensile di 1.373,82 euro. In Portogallo gli anziani italiani sono circa 3.600 per un costo mensile di ciascuno pari a ben 4.240 euro. Poco più dei 3.805 euro – sempre al mese – che l’Inps paga per le 1.637 pensioni dei connazionali che si sono trasferiti in Tunisia. Gli italiani anziani si trasferiscono – per sempre o per lunghi periodi – alle Canarie o alle Azzorre o a Madeira. E chi preferisce non stare troppo lontano dalla «vecchia» casa punta alla penisola iberica (Lisbona, Porto, Cascais, l’Andalusia). Il contesto è uno dei motivi principali: il clima è benevolo almeno per una decina di mesi, il cibo e le bevande sono apprezzate, i servizi sempre più necessari per chi è in là con l’età – a partire dagli ospedali – funzionano, in generale il costo della vita è più basso di quello italiano.
938 E’ IL NUMERO DEGLI ITALIANI TITOLARI DI PENSIONE DI VECCHIAIA CHE HANNO DECISO DI TRASFERIRSI IN AMERICA CENTRALE. IL CILE HA FACILITAZIONI PER GLI EX DIPENDENTI PUBBLICI
La carta dello sconto fiscale
Sullo sfondo, non meno importante, ci sono i regimi fiscali che consentono di «ottimizzare» la pensione. Ne sanno qualcosa quelli che vanno in Portogallo, Paese che negli ultimi anni non ha solo attratto gli italiani ma anche gli statunitensi con l’introduzione della figura del «residente non abituale» e la sua tassazione al 10% (per dieci anni) sulla pensione. Proprio il Portogallo aveva istituito tempo fa il «Golden residence permit program» per attrarre i pensionati – è il caso di dirlo – d’oro extraeuropei. Soltanto nel 2022 circa 1.300 milionari americani hanno aderito al programma di incentivazione secondo la società di consulenza Henley & Partners.
DA MARZO LISBONA HA SOSPESO IL SUPER BONUS FISCALE PERCHÃ L’ASSALTO “STRANIERO” HA FATTO SALIRE IL PREZZO DELLE CASE
Da marzo di quest’anno, però, Lisbona ha sospeso l’iniziativa perché – cosa che non ha sorpreso gli economisti locali – l’arrivo di un flusso di denaro eccessivo ha portato su i prezzi delle case. Il trasloco non è aiutato soltanto dai voli (soprattutto low cost) praticamente giornalieri – lungo tutto l’anno – con l’Italia, ma anche da quella che l’Inps chiama «macchina commerciale» «costituita da diverse agenzie, siti on line, forum, blog, community e via dicendo, che hanno realizzato una rete di servizi sul tema».
Le località e le preferenze Usa
Un tema caldo un po’ ovunque. Così caldo che il giornale U.S. News lo scorso aprile ha pure elencato i «10 migliori posti per andare in pensione in Europa» (in questo caso il pubblico è quello statunitense). E con «posti» si riferisce addirittura alle località elencate senza un ordine di preferenza: Tavira (Portogallo), Annecy (Francia), Lubiana (Slovenia), Cascais (Portogallo), Pafos (Cipro), Cattaro (Montenegro), County Clare (Irlanda), Parigi (Francia), La Valletta (Malta) e, non meno sorprendente, Popoli, cittadina abruzzese. Sul tema delle prospettive di vita dopo aver timbrato il cartellino l’ultima volta «International Living» ha pubblicato l’edizione 2023 dell’«Annual Global Retirement Index» – che possiamo tradurre come Indice globale annuale dei pensionamenti – che vede al primo posto il Portogallo, quindi il Messico, Panama, Ecuador e Costa Rica. Quindi il blocco mediterraneo Spagna, Grecia, Francia, Italia.
LA CLASSIFICA MONDIALE DEI PAESI PREFERITI DA CHI HA SMESSO DI LAVORARE Ã GUIDATA, A SORPRESA, DALLA FINLANDIA
La classifica per tasso di criminalità e costo della vita
Blacktower Financial Management Group fornisce una classifica ancora più curiosa dei posti dove trasferirsi. E lo fa incrociando il tasso di criminalità , il costo della vita, la quota di popolazione locale over 65, i prezzi delle case, l’aspettativa di vita. E viene fuori che per gli anziani è la Finlandia il posto migliore, seguito dalla Spagna e dalla Slovenia. Quindi l’Olanda e l’Italia. «Con panorami mozzafiato, laghi, vaste foreste e pittoresche città non sorprende che la Finlandia attiri ogni anno milioni di pensionati», sostengono quelli di Blacktower. «I residenti “amichevoli”, il modo di vivere rilassato e le belle stagioni ne fanno la destinazione perfetta per chiunque cerchi di rilassarsi e godersi la vita nei loro “anni d’oro”».
Cambiare vita ?
Non per gli italiani, a quanto mostrano i numeri dell’Inps. Che puntano verso il caldo e il bel tempo nella maggior parte. A sentire un paio di agenzie specializzate i connazionali «si informano già prima di andare in pensione di alcune destinazioni estere». «Su cento persone che si presentano alla fine si trasferisce meno della metà », raccontano da una delle agenzie contattate. «Chi ha figli già grandi e sistemati, magari residenti altrove, e chi non ha più parenti stretti molto anziani a cui badare tende a spostarsi più facilmente. Quelli che invece vivono nella stessa città dei figli e magari sono pure nonni restano dove sono». Anche le condizioni di salute di partenza sono fondamentali: chi è in forma sente meno vincoli, ma chi ha qualche acciacco e magari segue pure qualche cura di traslocare all’estero non ci pensa proprio. «Notiamo anche un certo effetto trainante della cerchia di relazioni», proseguono dalle agenzie: «L’idea di cambiare vita spesso viene anche dopo che un amico o un parente si è trasferito all’estero per godersi la pensione. E di solito la località scelta è proprio quella della persona che conoscono già ». E lì si crea una micro-comunità di expat.
Gli esborsi medi dell’Inps su estero
«Portogallo e Tunisia, ma anche Spagna, hanno avuto un’escalation negli ultimi anni per via dell’essere diventate mete attrattive per motivi economico-finanziari per i pensionati che cercano luoghi che consentano loro di poter beneficiare delle agevolazioni fiscali e del costo della vita più basso», conferma il rapporto Inps. Il documento dell’Istituto nazionale di previdenza del nostro Paese mostra però anche uno spaccato di quanto percepiscono i pensionati espatriati. Per chi è andato in Portogallo, per esempio, l’«onere medio» mensile per ciascuna pensione erogata è di 4.240 e otto centesimi di euro. Una somma che – a vedere il costo medio della vita nel Paese atlantico – è più che sufficiente a trascorrere in piena serenità l’ultima parte della propria esistenza. Percepiscono un po’ meno quelli trasferiti in Tunisia: l’onere mensile dell’Inps è di 3.805 euro per ciascun individuo. «Il 50% dei pensionati presenti sono della gestione pubblica», calcola l’istituto. Segue la Spagna con un esborso medio di 1.373 euro.
La maggior parte degli expat sono donne
L’altro dato interessante – confermato anche dalle «agenzie» specializzate nel trasloco – è il fatto che a spostarsi sono soprattutto le donne. In Spagna e Portogallo, per esempio, alle donne vengono erogate alte percentuali di pensioni di vecchiaia – rispettivamente il 62% e 78% -: «Sono destinate quasi esclusivamente ad italiane che hanno scelto di trasferirsi in questi Paesi per i vantaggi economico-fiscali che questi offrono», conferma l’Inps nel dossier. Sulla Tunisia il discorso interessante riguarda – come si è detto – l’esperienza passata dei pensionati. Il Paese nordafricano viene scelto soprattutto dai dipendenti pubblici «che sul totale rappresentano oltre il 68% dei pensionati emigrati in Tunisia nel 2021», calcola l’Inps. Come mai? La possibilità di ottenere una tassazione della pensione esclusivamente nello Stato estero di residenza non vale, per esempio, per i pensionati che sono stati dipendenti della pubblica amministrazione (pensionati ex Inpdap) emigrati all’estero», è la spiegazione. Per questo chi rientra nella categoria e decide di andare via è obbligato a subire una doppia tassazione – quella del Paese ospitante oltre alle imposte trattenute alla fonte in Italia -, senza avere diritto alla defiscalizzazione della loro pensione se risiedono all’estero.
I quattro australiani
Ci sono però quattro Paesi – «tutti extracomunitari» – che fanno eccezione: Tunisia, Australia, Cile e Senegal. Qui il pensionato ex dipendente pubblico, «in base alle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali», può ricevere la pensione al lordo del prelievo fiscale Irpef con il solo trasferimento della residenza. Ma perché vanno quasi tutti in Tunisia e non negli altri tre Stati (si contano addirittura soltanto 4 in Australia)? Perché ci sarà pure voglia di andarsene via dall’Italia e di iniziare una nuova esistenza e magari di mettersi alle spalle lo stress e le difficoltà , ma alla fin fine il Paese nordafricano è a meno di un’ora di volo da Roma. Che è come lasciare casa senza davvero lasciarla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA