È partito il conto alla rovescia per continuare a usufruire del Superbonus 110%. C’è tempo fino al 31 dicembre prossimo per ottenere il beeneficio massimo nel caso di lavori nei condomini, a patto di rispettare una serie di criteri temporali e di avanzamento lavori.
Ultime settimane per accedere al Superbonus 110%, che si appresta a finire definitivamente in soffitta dopo le restrizioni già decise nei mesi scorsi. Infatti, entro il 31 dicembre prossimo dovranno essere conclusi i lavori con la detrazione massima in corso di svolgimento sui condomini. In ballo un valore di poco meno di 12 miliardi di euro. Per chi non dovesse farcela, scatterebbe il taglio al 90%, che in ogni caso è un livello molto elevato.
Un quarto delle domande accettate ancora in fase di completamento
Gli interventi di riqualificazione energetica comunicati all’Enea dal 2020 fino a fine agosto ammontano a circa il 75% del totale. Negli altri casi i lavori sono in corso e appare difficile immaginare che si arriverà al 100% entro la fine di quest’anno, considerato che spesso i cantieri devono fare i conti con imprevisti di varia natura.
Secondo le rilevazioni Enea, le regioni più indietro sono la Campania, la Liguria e il Lazio, mentre i lavori procedono più spediti (oltre quota 80%) in Trentino Alto-Adige.
“Chi sta partendo con i lavori in questo periodo ha già ottenuto da tempo un’intesa consolidata con una banca per la cessione del credito, anche perché per il resto ci risulta ancora del tutto irrisolto il problema dei crediti d’imposta incagliati per i quali non si trova un acquirente”, ha sottolineato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in un recente colloquio con Il Sole 24 Ore. “C’è stato ed è ancora in corso un forte rallentamento dei cantieri”, ha raccontato al medesimo giornale Stefano Setti, vicepresidente Ance. “In molti sono a corto di liquidità perché non riescono a cedere i crediti acquisiti e quindi riducono l’attività e rallentano le forniture”.
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Verso una nuova proroga degli incentivi?
Data la situazione, che non promette di sbloccarsi a breve, si fa strada l’ipotesi di una proroga. Il punto di partenza sarebbe il meccanismo che ha consentito ai proprietari di villette di arrivare a fine 2023 con il 110%. Nel caso dei condomini, si tratterebbe di lasciare il beneficio massimo a chi avrà raggiunto un certo avanzamento a una certa data (ad esempio il 30% a fine anno), a condizione di riuscire poi a completare i lavori entro il 2024.
Il calendario attuale, con i tagli alle detrazioni
In attesa di eventuali novità, attualmente il 110% si applica ai lavori nei condomini che termineranno entro il 31 dicembre 2023, a patto che vi sia la delibera di esecuzione dei lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas entro la fine dello scorso anno. Se manca una di queste due condizioni, la detrazione scende al 90% della spesa sostenuta a patto di completare i lavori entro il 31 dicembre prossimo. Dal 1° gennaio 2024 si scenderà ulteriormente: 70% per le spese sostenute nel 2024; 65% per quelle del 2025.
I costi della misura per le casse pubbliche
Nei primi sette mesi del 2023, l’impatto del Superbonus sulle casse pubbliche è stato di 21 miliardi di euro (frutto di 62mila cantieri avviati lungo la Penisola), portando il totale dall’avvio della misura a quota 67 miliardi, ed è verosimile che si arrivi a 30 miliardi di peso per il solo anno in corso. Il conto è destinato a salire ulteriormente nel corso del 2024 e questo spiega le preoccupazioni espresse dal governo nei giorni scorsi, considerate le difficoltà di portare a casa la manovra di Bilancio per il prossimo anno.
In particolare, la premier Giorgia Meloni ha sottolineato che – attraverso questa misura – “si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato”, quantificando il danno erariale in 12 miliardi di euro. In realtà l’ammontare delle truffe direttamente ascrivibile al Superbonus ammonterebbe a meno dello 0,5% dei fondi erogati, mentre nella dichiarazione si farebbe riferimento al complesso dei benefici fiscali legati ai lavori edilizi, con le truffe diffuse soprattutto nel bonus facciate.
Quanto a quest’ultimo, inizialmente era previsto un rimborso fiscale del 90% in dieci anni sulle spese per la riqualificazione dell’aspetto fronte strada degli edifici residenziali. I problemi sono emersi quando la normativa iniziale è stata rivista con la possibilità di fruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. Sono state così richieste detrazioni fiscali da società di comodo per lavori mai effettuati e con fatture fittizie, il che ha aperto la strada a una serie di irregolarità.
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