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Presentato il 15 giugno 2023 il disegno di legge sulla rigenerazione urbana a firma del Senatore Maurizio Gasparri e dell’Onorevole Adriano Paroli (leggi l’articolo su INGENIO).

L’obiettivo è migliorare edifici attraverso interventi pubblici e privati, semplificando norme e accelerando approvazioni. Il DDL integra misure straordinarie del PNRR e introduce un Piano nazionale a lungo termine per la rigenerazione. Si mira a migliorare qualità, efficienza energetica e sismica, nonché a promuovere l’innovazione tecnologica. Il provvedimento offre una solida base per rendere le città italiane più sostenibili e resilienti, promuovendo il recupero del patrimonio edilizio.

Per  saperne di più sul decreto, con il supporto di alcuni esperti che scrivono spesso su Ingenio come Maurizio Tira, Ermete Dalprato, Dionisio Vianello, abbiamo intervistato il senatore Gasparri, con domande esclusive per la nostra testata.

Ecco il testo dell’intervista.


Regole chiare e procedure semplici per la nuova legge sulla rigenerazione urbana

Ingenio: Senatore Gasparri, si torna a parlare di una legge sulla rigenerazione urbana, sperando che sia la volta buona. Nel disegno di legge che ha presentato l’impressione è che si sia puntato ampiamente sulla semplificazione. E’ così ?

Decisamente si.

Questo paese è atavicamente ostaggio della burocrazia che spesso si traduce in una discrezionalità del funzionario di turno che si fa sinceramente fatica a comprendere.

Le leggi devono essere chiare.

Soprattutto in questi ambiti dove la tempistica dell’attuazione è determinante per decidere di fare non fare un investimento economico. Quindi regole chiare e procedure semplici anche perché abbiamo una grande necessità di attirare investitori internazionali che vorrebbero operare nel nostro paese, ma che spesso purtroppo rinunciano proprio a causa di una stratificazione normativa che rende sempre incerta la trasformazione urbanistica.

La nuova Legge semplifica le procedure di approvazione degli interventi pubblici e privati di RU, accelerandone la realizzazione.

Per fare qualche esempio, grazie all’articolo 4 i programmi comunali di RU in linea con il PRG sono approvati direttamente dalla giunta con un’unica delibera, e quelli in variante possono utilizzare le procedure accelerate già previste dalle regioni, che volendo potranno semplificarle ulteriormente.

Agli interventi privati di Rigenerazione Urbana è invece dedicato l’articolo 7 che fa chiarezza sul tipo di opere realizzabili, sulle procedure e sugli incentivi, con regole semplici che sono immediatamente applicabili e rappresentano una “base minima” a livello nazionale per le regioni e i comuni.

Ci sono poi agli articoli 12 e 13 alcune modifiche a talune disposizioni vigenti che necessitano di una “messa a punto”, per le difficoltà applicative e interpretative manifestate in questi anni, con riflessi positivi anche sugli interventi di RU.

Ingenio: Uno dei punti su cui nel passato vi sono state le principali discussioni è quello delle distanze. La rigenerazione urbana riporta infatti all’attualità il tema delle distanze del DM 1444/68 che già più volte è stato oggetto di attribuzione dei poteri di deroga alle Regioni ma poi è stato reso istituzionalmente inefficace da sentenza della Corte Costituzionale. Pensa che con la nuova legge si potrà risolvere?

Il DM del 1968 riguarda la pianificazione urbanistica nel suo complesso, e perciò ha una portata applicativa che va oltre l’oggetto del nostro disegno, concentrato sulla Rigenerazione Urbana.

Però abbiamo egualmente fatto chiarezza su un punto che in questi anni ha provocato molti conflitti costituzionali tra Stato e Regioni, prevedendo sempre all’articolo 7 una adeguata cornice normativa alle deroghe al DM che la Rigenerazione Urbana necessariamente richiede, in materia di altezze, densità, ed anche distanze quando non sia possibile ricostruire altrove.

Ingenio: Altro tema importante quello della destinazione d’uso, nel passato spesso ostacolo per gli interventi di riqualificazione e rigenerazione. Come avete agito?

Sulle destinazioni d’uso abbiamo semplicemente applicato le leggi vigenti, spesso trascurate dagli enti territoriali ed anche dai Giudici che in taluni casi hanno preferito ostacolare il corso delle semplificazioni normative, talvolta sostituendosi al legislatore nella individuazione dei comportamenti illeciti.

Quindi, si a tutte le destinazioni d’uso previste dagli strumenti urbanistici, senza restrizioni o complicazioni procedurali, e niente divieti ai cambiamenti d’uso interni alle stesse categorie generali previste dal legislatore nazionale.

INGENIO: Dal punto di vista metodologico abbiamo letto un’innovazione che ci pare fondamentale per incentivare l’intervento dei privati e cioè la possibilità di costituire consorzi con il 50% delle proprietà (valori catastali). Cosa vi aspettate da questa modifica? Sarà efficace oltre agli incentivi volumetrici?

È vero, è una misura già vista in precedenti proposte, fondamentale per favorire la realizzazione di interventi complessi di Rigenerazione Urbana che richiedono la partecipazione di una pluralità di soggetti e serve ad evitare che una ridotta minoranza possa ostacolarne la realizzazione.

INGENIO: Rispetto al contenimento del consumo di suolo, quale sarà l’influenza di questa legge? In che modo questa legge si rapporta con le leggi regionali che hanno cercato di introdurre meccanismi quantitativi di contenimento del consumo di suolo?

Anche prescindendo dagli odierni limiti legali alle politiche di espansione urbanistica, la nuova Legge sulla Rigenerazione Urbana rappresenta un fortissimo disincentivo al consumo di suolo inedificato, perché renderà molto più semplice e conveniente investire sul recupero e sul rinnovamento del patrimonio edilizio esistente in contesti urbani già esistenti.

La proposta di legge che ho presentato va quindi proprio nella direzione dello stop al consumo di suolo.

È evidente a tutti che non è più possibile continuare a consumare suolo in quanto è costoso in termini socioeconomici e sempre meno redditizio per le imprese.

Non è un caso che in tutto il mondo sia crescente la necessità di intervenire nel consolidato rivitalizzando tessuti urbani che necessitano di ristrutturazione urbanistica.

Stop pignoramento
Tutela patrimoniale

Quindi basta espansione ma grandi interventi di rigenerazione urbana dei tessuti edilizi esistenti.

INGENIO: Nel suo disegno di legge si torna a dare importanza fondamentale al concorso di progettazione come strumento di scelta dei progetti di rigenerazione. Qual è il suo pensiero?

La proposta di legge prevede il ricorso al concorso di progettazione per gli interventi che faranno parte della programmazione centrale di rigenerazione urbana finanziati con risorse pubbliche.

Qualcosa di simile è previsto già nella Legge 7/2017 della Ragione Lazio, laddove all’art. 2 co. 10 si prevede un aumento della premialità pari al 5% nel caso in cui gli interventi siano realizzati mediante procedura concorsuale.

Al di là della questione dei concorsi di progettazione sicuramente rilevante e da implementare, la costruzione di una Programmazione Comunale di rigenerazione urbana (art.5) costituisce per tutte le Amministrazioni locali una grande occasione per dotarsi di un nuovo strumento di pianificazione sicuramente più in linea con le nuove esigenze di sostenibilità ambientale e urbanistica.

INGENIO: Una ultima domanda: nel DDL 1131 il compito di sovraintendere alle incombenze statali era affidato al CIPU (Comitato Interministeriale per le politiche urbane). Nel nuovo testo il CIPU è sparito, al suo posto c’è solo il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, a cui vengono demandati tutti i compiti. Perché questo taglio?

In realtà all’articolo 4 è previsto che competa proprio al CIPU la redazione della proposta del Piano Nazionale per la RU, mentre il MIT svolge funzioni istruttorie.



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