Caro Aldo,
devo dire che in molte sue risposte alle questioni poste dai lettori ha sempre da inserire qualcosa di negativo o di polemico nei confronti dell’Italia e degli italiani. Nella risposta a Domenico Alba da Monopoli, lei precisa che le opere dovettero essere restituite solo perch la Francia era stata sconfitta. Mi chiedo: se non era sconfitta era autorizzata a tenersele? Perch poi aggiungere alla fine del pezzo la frase scommettiamo che se fosse rimasto in Italia oggi la Gioconda non sarebbe il quadro pi famoso del pianeta?. Pensa forse che solo i francesi sono stati in grado di valorizzarlo? In Italia abbiamo musei anche piccoli che possono tenere testa al Louvre che famoso solo perch vi sono le opere di artisti italiani nonch reperti provenienti dalla Grecia, dall’Egitto, ecc. ecc.
Giuseppe Muscari, Locri
Caro Giuseppe,
Mi pare che l’Italia qualche annotazione negativa la meriti. La Francia ovviamente non era autorizzata a tenersi le opere trafugate; ma se Napoleone avesse vinto a Waterloo dubito che le avrebbe restituite. Lei scrive da Locri, da una terra di meravigliosa bellezza, la Calabria. Lei pensa che le opere d’arte custodite in Calabria siano adeguatamente valorizzate? Vale anche per altre regioni d’Italia. Ricordo un quarto d’ora meraviglioso, passato in piena estate in compagnia del satiro danzante nel museo di Mazara del Vallo: ero e per un quarto d’ora sono rimasto l’unico visitatore. Non soltanto Locri, non soltanto Mazara del Vallo, neppure Roma ha un suo Louvre. Ci sono i musei vaticani, che per sono un’altra cosa, appartengono a un altro Stato. Roma non ha un grande museo delle antichit romane, che sono disperse tra i Capitolini, Palazzo Massimo, Palazzo Altemps (stupendo, ma non sempre affollato), le Terme di Diocleziano, pi altri musei minori. E non ha una grande pinacoteca; ne ha dieci, una pi bella dell’altra, che per non sempre riescono a fare sistema. Riconosciamolo: i francesi sono pi bravi di noi a valorizzare il loro patrimonio artistico, che per quanto prezioso non paragonabile al nostro, e a volte costituito appunto da opere di artisti italiani che loro, non noi, hanno saputo trasformare in miti. Detto questo, il Louvre frutto di un’epoca e di una mentalit coloniali superate dalla storia. Anche se difficile sostenere che i marmi del Partenone sarebbero oggi altrettanto noti se fossero rimasti in Grecia, anzich finire al British Museum.
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L’amicizia tra romagnole e venezuelane
Piccole iniziative possono cambiare la vita delle persone. Cos iniziata la storia di solidariet tra un gruppo di parrucchiere di Cesena e Cesenatico con le colleghe venezuelane. Una volta mi trovavo in Italia quando l’Associazione Orizzonti di Cesena organizz un incontro con i rappresentanti dei parrucchieri della Confartigianato locale. Con la nostra associazione Trabajo y Persona dal 2009 formiamo giovani e donne in situazioni vulnerabili e persone che si occupano di insegnare come sviluppare lavoro agli imprenditori di diverse citt venezuelane. bastato condividere le difficolt affrontate dalle parrucchiere venezuelane, che i parrucchieri romagnoli si sono attivati. Cos nata l’iniziativa la bellezza fa beneficenza: un paio di volte l’anno Orizzonti organizzava giornate di raccolta fondi grazie al lavoro donato dei parrucchieri italiani. Quando recentemente le alluvioni hanno colpito la Romagna, le parrucchiere venezuelane si sono subito attivate: hanno donato parte del proprio reddito alle colleghe romagnole. Se ne occupata Gloria Rattia, un’insegnante che con gli studenti della citt di Maracay ha dato qualche lezione e tagliato i capelli a chi arrivava per dare il proprio contributo. I soldi raccolti non sono molti, ma per queste donne ha rappresentato un enorme sacrificio. Quando si in una situazione economica favorevole pi naturale donare tempo e denaro a chi ne ha pi bisogno, ma in condizioni difficili come quelle di queste donne in Venezuela, quale consapevolezza e umanit necessaria per fare un gesto cos?
Alejandro Marius Presidente Asociacin Trabajo y Persona, Venezuela
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