In questo articolo vi spiegheremo come funziona la pensione alle casalinghe con 5 anni di contributi (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Pensione alle casalinghe: cos’è?
Anche le casalinghe (o i casalinghi), ovvero coloro che rinunciano a fare carriera per curare casa, figli e famiglia, hanno diritto alla pensione, ma solo se versano, periodicamente, contributi in un fondo a loro dedicato.
Non è una pensione obbligatoria (a differenza dell’assicurazione all’INAIL, che protegge la casalinga o il casalingo da infortuni in casa, senza diritto alla pensione), ma è vista come una possibilità per valorizzare gli anni passati a svolgere faccende domestiche, senza percepire una retribuzione.
L’importante è non svolgere un lavoro dipendente o autonomo (è possibile anche svolgere un lavoro part time, che non permette loro di raggiungere una contribuzione sufficiente a maturare l’assegno previdenziale) e non essere titolare di pensione.
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Pensione alle casalinghe: iscrizione e versamenti
L’iscrizione al Fondo Casalinghe (per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari) va consegnata all’INPS. La domanda viene accolta in automatico, in modo tale da consentire alla casalinga (o al casalingo) di versare i contributi previdenziali attraverso gli appositi bollettini. L’accesso è consentito a donne e uomini di età compresa tra i 16 e i 65 anni.
Il versamento al Fondo è libero, ma per vedersi riconoscere un anno di contributi è necessario versare almeno 26 euro al mese (310 euro l’anno).
Pensione alle casalinghe con 5 anni di contributi: è possibile?
A questo punto ci chiediamo: una casalinga può andare in pensione con 5 anni di contributi versati nel Fondo? Assolutamente sì.
Il diritto alla pensione per casalinghe matura proprio dopo 5 anni di versamenti. Se si è in possesso dell’anzianità contributiva richiesta, la casalinga (o il casalingo) può accedere:
- alla pensione di inabilità, se le/gli è stata riconosciuta un’invalidità totale che rende impossibile lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa;
- alla pensione di vecchiaia, che spetta al compimento dei 65 anni di età, oppure a 57 anni, se l’assegno maturato è pari almeno a 1,2 volte l’importo dell’Assegno sociale (nel 2023 è di 603,92 euro).
Calcoli alla mano, è molto complicato riuscire ad avere una pensione già a 57 anni, considerata la soglia minima di importo da soddisfare. Piuttosto, per riuscire a maturare una pensione che sia pari ad almeno il valore dell’Assegno sociale (poco più di 500 euro al mese), occorre versare circa 30 anni di contributi al Fondo Casalinghe, con versamenti non inferiori a 350 euro l’anno.
Ad esempio, se prendiamo una casalinga che ha versato 350 euro l’anno per 5 anni. A 65 anni di età, il montante contributivo accumulato, compresa la rivalutazione periodica, potrebbe aggirarsi sui 1.800 euro.
Questo importo va moltiplicato per il coefficiente di trasformazione, che nel 2023, a 65 anni è del 5,352%. Il 5,352% di 1.800 euro è 96,35 euro al mese.
Con versamenti di 700 euro l’anno, ad esempio, il montante contributivo accumulato dopo 5 anni sarebbe di 3.500 euro, per una pensione netta mensile di 188 euro.
Pensione alle casalinghe con meno di 5 anni di contributi: è possibile?
Al contrario, versare meno di 5 anni di contributi non dà diritto alla pensione: i contributi versati restano silenti, ovvero inutilizzabili ai fini pensionistici, finché non si raggiungono i requisiti contributivi. Se la casalinga o il casalingo non dovesse raggiungere il requisito contributivo minimo, i contributi versati andranno persi.
Ricordiamo, infatti, che i contributi versati al Fondo Casalinghe non si possono cumulare con quelli legati ad altre gestioni previdenziali.
In teoria sarebbe comunque possibile ricevere una pensione senza versare contributi. Ci riferiamo all’Assegno sociale, un tempo noto come Pensione sociale o pensione per casalinghe.
A questa prestazione si accede:
- al compimento dei 67 anni di età;
- con la cittadinanza italiana oppure con la cittadinanza europea (è obbligatoria l’iscrizione all’anagrafe del Comune di residenza) oppure con la cittadinanza extracomunitaria (è obbligatorio un permesso di soggiorno di lungo periodo);
- con la residenza continuativa in Italia da almeno 10 anni;
- con un reddito inferiore alla soglia indicata annualmente dallo Stato.
Possono richiedere l’Assegno sociale le persone con un reddito annuo massimo di 6.542,51 euro, elevati a 13.085,02 euro se il soggetto è coniugato.
Faq sulla pensione per casalinghe
L’iscrizione al Fondo Casalinghe è a pagamento?
Assolutamente no. L’iscrizione è libera e gratuita, accessibile anche agli uomini casalinghi.
Come si calcola la pensione per casalinghe?
La pensione per casalinghe viene calcolata con il sistema contributivo, sulla base dei contributi effettivamente versati. Si segue, quindi, la regola degli iscritti all’AGO, ma con alcune differenze. Il versamento contributivo annuo dà vita al montante contributivo, formato dal 98% dell’importo versato, considerando il 2% per la gestione del Fondo.
L’importo va rivalutato ogni anno per il tasso di capitalizzazione, che è la media quinquennale del PIL al pari delle gestioni previdenziali obbligatorie. Il risultato ottenuto va moltiplicato per il coefficiente di trasformazione: maggiore è l’età, più alto è il coefficiente, migliore sarà l’importo della pensione. L’importo mensile della pensione si ottiene dividendo l’importo annuo per il numero dei mesi.
Cos’è l’Assegno sociale?
Dal 1° gennaio 1996, la Pensione Sociale si è trasformata in Assegno Sociale. Istituito dalla Legge 335 nel 1995, si tratta di una prestazione di tipo assistenziale che spetta a prescindere dai contributi versati (generalmente sotto la soglia minima per la pensione di vecchiaia), erogata a chi vive in condizioni economiche disagiate.
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